Perché i micro-cani non sono affatto quello che sembrano
Si chiamano “cani da tazzina” o “teacup dogs” e sono cagnolini piccolissimi ottenuti tramite selezione, che possono soffrire di malformazioni o gravi malattie
Li chiamano “Teacup Dogs” (letteralmente “cani-tazze da tè”) e sono cagnolini allevati e selezionati perché siano abbastanza piccoli da poter entrare in una borsetta da passeggio o, appunto, in una tazza da tè. Quella dei “mini cani” è una moda folle lanciata dai vip d’oltreoceano (Paris Hilton in testa), ma che sta dilagando velocemente in tutto il mondo, arrivando anche nel nostro paese. Parliamo di “moda folle” perché nessun cane adulto, in natura, sarebbe così piccolo da pesare appena pochi etti; la loro esistenza è infatti il frutto del lavoro di allevatori che selezionano e incrociano esemplari diversi per ottenere il meglio per questo tipo di mercato, sul quale gli esemplari vengono venduti a prezzi esorbitanti: il risultato sono cagnolini certamente adorabili, ma spesso con gravi problemi di salute.
Teacups dogs: un trend pericoloso per gli animali
Estrema fragilità ossea, difficoltà respiratorie, malformazioni, maggiore predisposizione alle malattie sono solo alcune delle problematiche a cui vanno incontro i cagnolini “toy”, che proprio per le loro dimensioni ridottissime diventano sempre più spesso anche oggetto di traffici illegali. A questo va aggiunto che spesso le condizioni in cui i cagnolini vengono allevati sono disastrose: rinchiusi all’interno di gabbie metalliche piccolissime, le femmine vengono sfruttate al massimo per mettere al mondo quanti più cuccioli possibile. Come già accennato, comunque, questa situazione tocca da vicino anche l’Italia: basti pensare che, fino allo scorso anno, tra i 225mila cani registrati all’anagrafe canina di Roma la maggioranza erano proprio di razze “mignon”, tra le quali spiccano Chihuahua, Yorkshire, Barboncini o Bassotti kaninchen.
Sono numerose le associazioni animaliste che da tempo lottano contro questo tipo di allevamento: in Inghilterra, per esempio, RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals) – ente benefico che promuove il benessere animale – si è schierata apertamente, come riporta il Telegraph, contro l’allevamento e la vendita di cagnolini “toy”, mettendo in guardia i possibili proprietari sui rischi che questo tipo di allevamento comporta.
Nei casi più estremi siamo di fronte non più esseri senzienti dotati di sentimenti, quindi, ma cagnolini ridotti a meri oggetti da collezione, da vestire e accessoriare quasi come delle bambole. Ancora una volta, solo il ritorno al buon senso può salvarci da questa situazione: quella dei cani “toy” è una moda senza senso, che non rispetta le caratteristiche etologiche degli animali (che, lo ricordiamo, per quanto piccoli e teneri sono pur sempre cani). Decisamente molto meglio, quindi, salvare un cucciolo (o un cane anziano!) dal canile, compiendo un gesto d’amore incondizionato e duraturo, dicendo “no” alle mode.
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