I cacciatori fanno lezione alle elementari: “Siamo noi i veri animalisti”
Ci tengono a precisare che non mostrano le armi: eppure sono solo questi gli strumenti sui quali si basa questa attività, da alcuni considerata “sport” e che ha fatto 115 vittime umane nello scorso anno.
A Gardone Valtrompia in provincia di Brescia, per alcune ore sulle cattedre sono comparsi animali imbalsamati. Il Consorzio Armaiolo Italiani ha infatti promosso alcune lezioni dedicate al ruolo dei cacciatori: un ruolo, positivo e di tutela dell’ambiente, o almeno così dicono.
Il presidente del Consorzio Pierangelo Pedersoli, in una dichiarazione al quotidiano “Il Giorno” ha spiegato che, “senza portare armi in classe”, l’obiettivo di queste lezioni è sfatare il mito del cacciatore cattivo :”Cacciamo, è vero, ma facciamo prelievi di fauna controllati. E ci occupiamo del contenimento dei cinghiali, la cui espansione è un problema – e aggiunge – gli animalisti siamo noi, non chi gira sotto i portici con il cane al guinzaglio e il cappottino”.
Durante queste giornate il Consorzio Armaioli Italiani, che si occupa di mettere insieme “tutte le aziende produttrici di armi ed accessori, i riparatori, gli assemblatori, le armerie, le imprese dei servizi e dell’indotto”, attraverso i suoi docenti ha mostrato anche un libro “Il cacciatore in favola” che, attraverso undici storie nelle quali ci si tiene a sottolineare di nuovo “non si parla di armi“, si racconta in terza persona del cacciatore e del suo rapporto con la natura, un rapporto fatto di “disciplina, regole, amore per la natura“, come spiega una dei due autori, Patrizia Filippi.
Quanti animali muoiono e quante persone?
Ma veniamo ai numeri. Le specie cacciabili in Italia sono 48, e ogni cacciatore, come spiega la LAV, “ha la possibilità di cacciare un numero massimo di animali per ogni giornata venatoria (carniere giornaliero) e un numero massimo per stagione (carniere stagionale). Basandoci sul numero di cacciatori, che in Italia sono circa 600.000, e sui carnieri (il registro del numero di animali uccisi durante una battuta di caccia) delle Regioni Veneto, Lombardia, Sicilia e Toscana, abbiamo elaborato una stima: ogni anno possono venire uccisi legalmente 464 milioni di animali, circa 5 milioni per ogni giornata venatoria, 500.000 per ogni ora, 139 al secondo!”.
Ma non solo gli animali sono vittime della caccia. Secondo l’Associazione Vittime della Caccia, nella stagione venatoria 2017/2018, sono state 115 le persone ferite o uccise da incidenti legati alla caccia, fra le quali 2 minori che sono rimasti feriti. Anche gli animali domestici come cani e gatti sono vittime delle attività di caccia: 25 i casi registrati dall’associazione ma “appare praticamente impossibile – spiegano- dare un quadro reale degli animali domestici e della fauna selvatica illegalmente cacciata, vittime delle armi da caccia”.
Caccia sì, ma le armi no
Una cosa pare chiara, come sostiene LAV fra le motivazioni poste sul piatto a favore della petizione “BastaSparare“: “La caccia è estremamente diseducativa perché ripropone un approccio di violenta sopraffazione nei confronti di coloro che non si possono difendere”. Pare davvero incoerente, inoltre, questa attenzione nel far notare che “Non si parla di armi, non si mostrano armi” ai bambini: eppure la caccia è basata esclusivamente sull’uso di questi strumenti, tanto che è proprio un’associazione di armaioli a sostenere queste lezioni sui generis ai bimbi. E allora: se la caccia è giusta, perché mostrare gli unici strumenti grazie ai quali è possibile? C’è forse qualcosa di diseducativo nello spiegare come utilizzare le armi a dei bambini? Oppure perché non spiegare come uccidere un cinghiale? Qual è il punto migliore a cui mirare per ucciderlo sul colpo? Perché non mostrare le trappole, come costruirne una, oppure come caricare un fucile? E invece no, “il cacciatore crea dei giardini in montagna- spiega il presidente degli armaioli – pulisce sentieri e fossi, tiene in ordine i boschi”, praticamente una sorta di elfo ecologico che imbraccia, però, una carabina.