Belgio, carne lavorata esce dalla piramide alimentare
Nella nuova piramide alimentare del Belgio la carne lavorata è tra gli alimenti “da consumare il meno possibile” con dolci, fritti e sale
Niente più carne lavorata, dolciumi, alcolici, sale, fritti e bevande zuccherate nella piramide alimentare belga. Relegati in una “bolla” al di fuori della piramide, dallo scorso settembre sono diventati per il Flemish Institute of Healthy Life alimenti “da consumare il meno possibile”. Una scelta grafica che porta con sé un messaggio chiaro e che pare conforme alle linee guida stilate nel 2015 dall’OMS, che ha classificato la carne lavorata tra gli alimenti sicuramente cancerogeni – al pari di fumo, alcol e smog – e quella rossa tra i cancerogeni probabili.
Quella belga è una piramide invertita, alla cui base si trovano carne rossa e formaggi, da consumare saltuariamente; al vertice della piramide sta invece l’acqua, da consumare in grandi quantità, seguita da alimenti vegetali come verdure fresche e frutta, legumi, tofu, cereali e frutta a guscio. “Questi alimenti dovrebbero costituire la base dei nostri pasti”, ha dichiarato il Flemish Institute in una dichiarazione, “con l’aggiunta di piccole quantità di alimenti di origine animale, come pesce, latticini o carne”.
Flemish Institute: “Un’eccezione e non la regola”
Quello che il Flemish Institute non manca comunque di sottolineare è che “deve essere chiaro che non abbiamo bisogno di questi prodotti“, come ha dichiarato un rappresentante dell’istituto. L’immagine infatti parla chiaro: quegli alimenti sono fuori dalla completezza alimentare, non sono affatto necessari, anzi. “Noi non li proibiamo, ma dovrebbero essere un’eccezione piuttosto che una regola“. Un discorso analogo a quello fatto qualche tempo fa dall’AICR, che raccomandava di consumare più alimenti vegetali e meno carne rossa e processata. L’Italia, però, non pare seguire queste direttive: dal rapporto Coop 2016, infatti, è emerso che nel nostro paese l’assunzione complessiva di carne sia circa 210 g al giorno, contro il massimo dei 500 g alla settimana suggeriti per la prevenzione dei tumori.