Bambini vegani: la storia di Francesca “Tre gemelli, stanno benissimo”
Francesca Dal Pozzolo si è sfogata su Facebook e in breve tempo il suo post accompagnato dalla foto dei suoi tre gemelli (due femmine e un maschietto di 1 anno) ha fatto il giro della rete: “Mi sono rotta della disinformazione! Chiedo allo stato italiano di aggiungere ore di studio sull’alimentazione umana a tutti gli studenti di Medicina”. Lei, vegana da 6 anni, ha deciso che anche i suoi bambini avrebbero seguito la sua strada e, nonostante fossero prematuri (a causa della gravidanza trigemellare) non solo stanno benissimo, ma la loro immagine vale più di mille parole. “Sono sani – conferma Francesca – stanno bene, e io sono in attesa della quarta bambina, anche lei seguirà questo percorso”.
Dopo la vicenda del bimbo toscano ricoverato per grave malnutrizione a causa di errori alimentari dei genitori vegani, ecco un esempio di come l’informazione e le buone pratiche mediche permettano a chi lo vuole di svezzare i propri bambini con un’alimentazione vegana senza nessun rischio. “Per un mese – ci tiene a precisare Francesca- abbiamo dovuto dare ai piccoli latte vaccino addizionato per prematuri, ma solo, e sottolineo “solo”, perché non esiste un latte addizionato di origine non animale, ossia, non è che il latte vaccino sia adatto ai prematuri, è che non esiste un prodotto non animale con all’interno quegli elementi addizionati, anzi, coglierei l’occasione per chiedere alle aziende di produrlo, finalmente”.
“I bambino stanno benissimo, crescono regolarmente e li ho allattati per 8 mesi, non è vero che il latte delle mamme vegane è annacquato, anzi, io ne producevo circa 2 litri al giorno” ha spiegato Francesca ai microfoni di Vegolosi.it. “La cosa che mi fa più preoccupare è la disinformazione e il terrorismo psicologico ai danni delle mamme: è un periodo, quello della maternità, delicato della propria vita, l’informazione scorretta sulla scelta vegana tocca la sfera emotiva e se non si è più che saldi nelle proprie convinzioni oltre ad essere profondamente preparati sulla teoria, si rischia di avere paura e di tornare indietro sui propri passi senza motivi reali”.
Intervista di Federica Giordani