Animali clonati in Cina. Caffo: “Stupirsi è inutile, siamo oltre il bene e il male”
“La notizia era nell’ordine delle cose, gli animali, del resto, sono sempre clonati, ora lo faremo da un punto di vista tecnico, ma l’allevamento intensivo è una forma di clonazione perché fa perdere il concetto di identità, non sappiamo mai chi o cosa mangiamo”. Con queste parole Leonardo Caffo, filosofo e attivista, autore del libro “Il maiale non fa la rivoluzione“, commenta la notizia dell’apertura, nel 2016 in Cina, del più grande allevamento di animali clonati del mondo.
“Si tratta di una conseguenza delle argomentazioni sullo sfruttamento animale, si è andati verso la risoluzione dei problemi indiretti, – continua Caffo – lasciando stare quelli diretti ossia la sofferenza animale. I cinesi sono un popolo tecnologicamente avanzatissimo e quindi credo produrranno animali “perfetti” che permetteranno di superare alcuni problemi o alleggerirli, come quello del loro impatto ambientale”. La questione etica, quindi, è sorpassata: qui non ci sono più nemmeno da fare le considerazioni sulla sofferenza ma quelle relative alla manipolazione della vita, cosa che però, se conosciamo cosa accade negli allevamenti, succede già.
“Non sono stupito, la letteratura scientifica da anni parla di queste possibilità, si creeranno animali che non producono feci, altri con terminazioni nervose inibite per evitare o attutire il dolore, altri ancora più grossi per produrre più carne, questa è la sfida definitiva per chi vuole far comprendere al grande pubblico di cosa stiamo parlando, quando parliamo di specismo”. Chi divulga lo fa nel modo giusto? “Spesso chi ci rappresenta sono animalisti abbastanza imbecilli, l’animalismo non riguarda gli essere umani, ma riguarda gli animali, noi dobbiamo essere la loro voce”.
Come se ne esce? “A differenza di alcuni pensatori, come Melanie Joy che stimo e ammiro, io non sono ottimista. Quello che va fatto è liberare gli animali perché loro stanno soffrendo, farlo per loro e non per noi. Andava creato un movimento in Italia e a livello internazionale per affrontare questioni come questa cinese, ma non siamo stati in grado di farlo”. Post-umano contemporaneo, questa è la tesi di Caffo: l’essere umano deve capire che la propria forma di vita è aperta e non chiusa, perché attualmente viviamo in un mondo in cui non capiamo più il nostro ruolo. “Qui saltiamo in aria tutti, l’uomo non guarda al di là del suo naso – sostiene il filosofo – dobbiamo vederci come animali come tutti gli altri, questa è la possibile soluzione.”
Federica Giordani