Allevamenti intensivi: reportage choc ad Announo
Un reportage durissimo è andato in onda giovedì sera durante la trasmissione di La7 “Announo“, condotta da Giulia Innocenzi. L’argomento, ancora una volta: gli allevamenti intensivi. Il filmato ha mostrato le condizioni tremende in cui sono costretti a vivere gli animali prima di essere macellati e consegnati alle industrie, iniziando così un percorso che termina sulle nostre tavole. La giornalista si è recata insieme ad alcuni animalisti di Animal Equality in alcuni allevamenti della Pianura Padana, in provincia di Modena, Mantova e Brescia: negli immensi capannoni – realizzati spesso con dei soffitti pieni di amianto – decine di maiali trascorrono una vita tremenda compressi in gabbie piccole e piene di ragnatele, topi, scarafaggi e feci.
Le immagini, realizzate in piena notte – mai gli allevatori avrebbero autorizzato le riprese- nulla nascondono di quello che accade. E così si vedono i “suini all’ingrasso”, che devono raggiungere i 170 chili entro i primi 9 mesi di vita prima di essere mandati al macello e diventare prosciutto: decine di maiali rinchiusi in gabbie larghe pochissimi metri quadrati, con le code mozzate per evitare che se la mangino a vicenda. Se uno di loro sta male rimane in un angolo, sofferente, in attesa di morire: accanto a lui tutti gli altri maiali, che rischiano quindi di ammalarsi o di contrarre infezioni derivanti dalla presenza di un cadavere. Sopra di loro, ragnatele ormai lunghissime pendono dai soffitti di amianto e ricoprono gli impianti elettrici; topi che camminano sui tubi e sui fili che trasportano acqua ed elettricità e scendono fino nei mangimi dei maiali.
In un secondo capannone, vicino Mantova, ci sono le scrofe divise in due gruppi: quelle in gestazione e quelle che allattano i cuccioli. Queste ultime sono chiuse in una gabbia senza alcuna possibilità di muoversi per diverse settimane, tutto il tempo dell’allattamento: i cuccioli bevono il latte della madre separati da essa tramite una sbarra, anche in questo caso ci sono alcuni cuccioli morti abbandonati in un angolo. Rimanendo chiuse per settimane nella stessa gabbia, le scrofe fanno lì anche tutti i propri bisogni che restano abbandonati per settimane.
Le scrofe di questo allevamento vengono inseminate artificialmente: gli animalisti mostrano alla Innocenzi come anche le cannule per l’inseminazione siano appoggiate senza troppa cura su tavoli posti all’interno delle stanze, quindi vicino agli escrementi degli animali. Anche le scrofe gravide sono rinchiuse in una gabbia, e trascorrono lì tutto il tempo della gestazione (che dura 3 mesi): l’animalista che accompagna la giornalista ricorda che l’Unione Europea ha vietato allevamenti di questo tipo e che le scrofe gravide dovrebbero stare in luoghi aperti e grandi, in gruppo, con della paglia. Agghiaccianti, poi, due momenti del reportage: quando viene mostrata l’incuria con cui vengono trattati i cuccioli morti, semplicemente riposti in alcuni secchi e tenuti lì per chissà quanto tempo; e quando si documenta come i maiali bevano e facciano i propri bisogni esattamente nella stessa vasca.
Bisogna aggiungere che il crudele reportage ha suscitato immediate reazioni: i Ministri interessati dalla vicenda, da quello della Salute Beatrice Lorenzin a Maurizio Martina, titolare del Discastero delle Politiche Agricole, hanno subito condannato quello che avviene negli allevamenti intensivi e hanno predisposto controlli. Martina, intervistato durante la trasmissione, ha cercato di sminuire la vicenda dicendo che “non si può banalizzare e generalizzare, ci sono casi del genere ma tantissimi allevatori stanno investendo sul benessere degli animali”.
Foto: le immagini sono tratte dalla trasmissione Announo