Servono meno allevamenti in Europa per garantire la sicurezza alimentare
Un recente rapporto dell’Università olandese di Wageningen evidenzia l’urgenza di ridurre gli allevamenti intensivi nell’Unione Europea
Un recente rapporto dell’Università olandese di Wageningen, principale istituto europeo per la ricerca agricola, evidenzia l’urgenza di ridurre gli allevamenti intensivi nell’Unione Europea per garantire la sicurezza alimentare globale.
Attualmente, milioni di animali soffrono quotidianamente negli allevamenti intensivi, con numeri impressionanti: ogni secondo vengono macellati a scopo alimentare 2.400 polli, 47 maiali e 10 mucche. Questa massiccia produzione animale occupa vasti territori, sottraendo spazio prezioso alla coltivazione di proteine vegetali essenziali per l’alimentazione umana. I ricercatori sottolineano che l’UE potrebbe garantire cibo sufficiente per l’intera popolazione solo aumentando la produzione di colture proteiche e semi oleosi.
Nonostante una lieve diminuzione annuale del numero di animali allevati, questa riduzione è insufficiente e senza una drastica diminuzione degli allevamenti, l’Europa non disporrà di terre sufficienti per coltivare il mangime necessario agli animali, compromettendo ulteriormente la sicurezza alimentare. Attualmente, infatti, il 60% delle coltivazioni europee di piante e vegetali è destinato all’alimentazione animale.
Questo sistema è inefficiente: per produrre una caloria di carne, mucche, pecore e capre consumano decine di calorie derivanti da raccolti, mentre i maiali, pur necessitando di meno erba, richiedono grandi quantità di soia, la cui coltivazione intensiva ha un impatto ambientale significativo. Il rapporto conclude che l’attuale modello di allevamento e produzione alimentare non è sostenibile. I cittadini dell’Unione europea in media mangiano il 40% in più delle proteine di origine animale raccomandate, aumentando significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e vari tipi di tumori, aggiunge il report. Nel frattempo, l’allevamento è responsabile dell’85% delle emissioni agricole europee, che si sono dimostrate difficili da ridurre negli ultimi anni.
Per affrontare le sfide future, è fondamentale ridurre significativamente il numero di animali allevati e promuovere una transizione verso un’alimentazione maggiormente basata su proteine vegetali, garantendo così una distribuzione più equa ed efficiente delle risorse agricole.