Plastica addio: negli aeroporti arrivano i “pit stop” per rifornirsi di acqua gratuitamente
L’iniziativa nasce nel Regno Unito e l’ultimo aeroporto ad avervi aderito è quello di Manchester: acqua gratis per i viaggiatori, per dire addio alle bottiglie in plastica
La lotta alla plastica continua, questa volta negli aeroporti: lo scorso primo maggio lo scalo di Manchester è stato l’ultimo in ordine di tempo ad aderire alla campagna di Refill, un’associazione inglese che ha lo scopo di portare le persone a dire addio alle bottigliette d’acqua in plastica, facendo diventare una buona abitudine quella di portare con sé una borraccia da riempire fuori casa all’occorrenza. Come? Grazie a dei “punti di rifornimento” gratuiti messi a disposizione dei viaggiatori negli aeroporti (o nei negozi) che aderiranno all’iniziativa. Un bel vantaggio sia dal punto di vista economico – dal momento che spesso, durante i controlli, è necessario lasciare le proprie bottigliette di acqua e ricomprarle in aeroporto è quasi sempre un salasso – ma soprattutto ambientale, perché secondo l’associazione permetterà di risparmiare sull’utilizzo di 7,7 miliardi di bottigliette di plastica utilizzate solo nel Regno Unito, riciclate (e riciclabili) solo in una piccola percentuale.
L’app per il cellulare e le “Refill Station”
Attualmente circa la metà degli aeroporti del Regno Unito ha aderito all’iniziativa, dando la possibilità ai viaggiatori di avere a disposizione acqua gratuita durante gli spostamenti. Refill, che punta a fare in modo che vi aderiscano tutte le città del Regno Unito entro il 2021, ha creato anche un’applicazione, disponibile sia per iPhone che per Android e scaricabile gratuitamente, per trovare facilmente la “Refill Station” più vicina (noi in redazione l’abbiamo scaricata e vengono segnalate anche fontane e dispenser pubblici), oppure per scoprire se lo scalo da cui si partirà ha aderito al servizio.
“Attualmente, meno del 30% delle persone nel Regno Unito beve acqua di rubinetto in una bottiglia riutilizzabile – dichiara l’associazione – nonostante nel nostro paese abbiamo la fortuna di avere a disposizione una delle acque potabili migliori del mondo. Refill rende la ricarica di una bottiglia d’acqua riutilizzabile facile, divertente e socialmente più accettabile rispetto all’acquisto di una bottiglia di plastica monouso. Il nostro obiettivo è quello di fermare ogni anno la distribuzione di milioni di bottiglie di plastica, evitando che finiscano nei nostri fiumi e nel nostro mare. Semplicemente, non c’è bisogno di comprare acqua in bottiglia, e la nostra missione è ispirare il cambiamento”. Un’iniziativa importante, che insieme alla scelta di utilizzare “bolle di acqua” al posto delle bottigliette in plastica durante la maratona di Londra, fa del Regno Unito uno tra i paesi in prima linea nella lotta a questo materiale inquinante, che può impiegare fino a 400 anni prima di separarsi in microplastiche nocive per la salute e l’ambiente.
Non solo Regno Unito, ma l’Italia resta il fanalino di coda
Non mancano esempi di altri aeroporti al di fuori del Regno Unito che abbiano aderito all’iniziativa, come quelli di Varsavia e Sydney, ma anche San Francisco o alcuni nei paesi scandinavi, ma secondo l’associazione sono ancora pochi rispetto alla grandezza del “problema plastica”. Esiste anche un servizio online, Wateratairports, che consente ai viaggiatori di tutto il mondo di segnalare la presenza nei vari scali di fontane pubbliche in cui riempire la propria borraccia. Nel nostro paese, purtroppo, ne è segnalata la presenza solo negli aeroporti di Catania, Roma e Napoli, un po’ poco se pensiamo alla mole di viaggiatori che circola quotidianamente sul territorio italiano e alla quantità di plastica che, potenzialmente, possono produrre esclusivamente utilizzando acqua in bottiglia.
In attesa di capire se e quando l’iniziativa prenderà piede anche sul territorio italiano, c’è qualcosa che possiamo fare anche noi concretamente, ogni giorno, per aiutare il pianeta: con un po’ di attenzione possiamo facilmente eliminare la plastica dalla nostra vita quotidiana, in cucina, in bagno e anche fuori casa, oltre naturalmente a scegliere con attenzione anche quello che portiamo in tavola, perché è ormai chiaro come una dieta vegan abbia un impatto ambientale molto inferiore rispetto a quello dell’alimentazione tradizionale.
Crediti foto in apertura: refill.org