David Attenborough è prezioso per noi: 10 momenti che lo hanno reso un’icona
Immersioni sott’acqua oltre i 3000 metri, l’avvertimento in Tv sugli effetti dei cambiamenti climatici e il discorso iconico alla COP26. Ripercorriamo insieme i momenti più significativi della vita del naturalista britannico
Il divulgatore, naturalista, presentatore e attivista britannico, Sir David Attenborough, 95 anni portati egregiamente e una vita tra l’esplorazione della natura selvaggia e l’immersione nella storia di popoli ai confini del mondo, ha ricevuto dalle Nazioni Unite il premio UN Champions of the earth lifetime achievement award, il più alto riconoscimento che le Nazioni Unite conferiscono ogni anno per celebrare coloro che hanno dedicato la propria vita ad affrontare la crisi climatica, la perdita della biodiversità e l’inquinamento: “Viviamo in un’era in cui il nazionalismo semplicemente non è abbastanza”, ha dichiarato accettando il premio UNEP “Dobbiamo sentirci tutti cittadini di questo unico pianeta. Se lavoriamo insieme, possiamo risolvere questi problemi”.
Tra la produzione di programmi televisivi, serie e film documentaristici, emblematiche sono state, e sono tuttora, le battaglie di cui si è reso portavoce in un secondo momento della sua carriera. Orientandosi definitivamente sulle conseguenze del cambiamento climatico e, dal 2017, sull’importanza di scegliere un’alimentazione a base vegetale per permettere al Pianeta di rigenerarsi, ad oggi è considerata una delle figure più influenti. In occasione del conferimento di tale premio, ripercorriamo insieme alcuni dei momenti più significativi della vita di Attenborough, la storia di un uomo incredibilmente dedito al Pianeta Terra che oggi, più che mai, lotta perché sopravviva al disastro su scala globale senza precedenti, causato dall’attività umana.
La rottura degli schemi della BBC – 1954
Entrato nella BBC a 28 anni quando c’era ancora il programma Animale, vegetale, minerale?, una tavola rotonda che parlava di ambiente da dentro uno studio televisivo, ruppe per la prima volta gli schemi con la serie “Zoo Quest“. Gli animali rari di tutto il mondo entrarono nei salotti delle persone tramite il programma che portava gli spettatori a seguire David in viaggio per mete esotiche, ben lontane dallo studio televisivo.
Bear Grylls? Prima ci fu Attenborough – 1975
Molto prima di Bear Grylls, David Attenborough probabilmente si trovava già negli anni ‘80 a fare un’escursione nella natura selvaggia e inesplorata per filmare alcuni dei popoli nelle zone più remote della terra. Liberatosi dal suo ruolo di dirigente della BBC, divenne esploratore. Realizzò così una serie di programmi sulle tribù, alcune così isolate che si pensa non avessero mai incontrato degli europei, prima di lui. Immergendosi nella sua cultura, indossando talvolta anche solo un perizoma, è riuscito così a mostrare stili di vita diversi dai nostri e ha aiutato a comprendere la diversità e l’universalità dell’esperienza umana.
Il primo documentario di storia naturale con voce narrante – 1979
Alla fine degli anni ’70, prendendo ispirazione da serie documentaristiche come “Civilization” e “The Ascent of Man“, viaggiò per raccontare, a suo modo, le meraviglie del mondo. Un programma di storia naturale di questa portata e ambizione non era mai stato realizzato prima. Il risultato è stato “Life on Earth“, realizzato utilizzando fotografie straordinarie e tecniche innovative per mostrare gli animali nei loro habitat naturali. Si stima che 500 milioni di persone abbiano guardato la serie in tutto il mondo.
L’avvertimento lanciato al mondo intero in TV – 2000
Durante la serie di documentari ambientali divisa in tre parti “State of the planet” del 2000, in piedi davanti alle grandi statue dell’Isola di Pasqua, Attenborough lanciò il suo più potente avvertimento: “Se continuiamo a seguire l’esempio della condannata civiltà Rapa Nui, che ha sfruttato le risorse naturali di quest’isola del Pacifico fino al collasso della sua società, affronteremo la stessa sorte. Una specie in particolare, la nostra, ha sviluppato la capacità unica di alterare così tanto l’ambiente circostante da poter distruggere intere specie, anzi, interi ambienti”.
La scoperta di specie mai viste prima – 2001
Aver permesso alle persone di vedere cose che altrimenti non avrebbero mai visto è stata una costante della sua vita a cominciare da “Zoo Quest” degli anni ’50, quando catturò per la prima volta lo sfuggente drago di Komodo. E con la serie del 2001 “The Blue Planet“, ha introdotto milioni di persone alle meraviglie del mare profondo ed è stata la prima volta che alcune specie, tra le quali la rana pescatrice pelosa e il polpo Dumbo, sono state catturate su pellicola.
La svolta ambientalista – 2006
Attenborough ha sempre affermato di non aver iniziato a realizzare programmi pensando alla conservazione degli ecosistemi: gli piaceva semplicemente osservare il mondo naturale. Ma col passare del tempo, si è reso conto che gli animali e gli habitat che stava filmando erano minacciati. Ha diretto così diversi documentari che affrontano apertamente le questioni ambientali quali “Planet Earth” del 2006 per la BBC e “Our planet” del 2015, per Netflix. Tuttavia il suo approccio ambientalista è molto delicato, in quando ha sempre prediletto mostrare il mondo al naturale nella speranza che possano le persone essere più ispirate a preservarlo.
L’immersione a 300 metri di profondità – 2015
Nel 2015, si è immerso per oltre 300 metri di profondità guidato da un sommergibile al largo della costa australiana per filmare parti inedite della Grande Barriera Corallina, battendo il record per l’immersione più profonda mai realizzata. Ha poi collaborato con il Museo di Storia Naturale a un progetto di realtà virtuale per poterlo condividere. Nella storia ogni volta che Attendborough ha presentato una nuova serie o un nuovo documentario, si poteva essere certi assistere a una svolta nella futura tecnologia di trasmissione.
“Mangiare carne biologica è una ipocrisia” – 2020
Presentando “A life on our planet” il documentario prodotto e distribuito da Netflix, ha dichiarato che mangiare carne di qualità è solo una ipocrisia della classe media: “Il pianeta – ha aggiunto – non può supportare miliardi di mangiatori di carne. Se tutti mangiassimo solo piante, avremmo bisogno solo della metà della terra che usiamo al momento. Dobbiamo cambiare la nostra dieta”.
Il discorso virale alla COP26 di Glasgow – 2021
Il suo discorso memorabile alla COP26 di Glasgow ha fatto in pochissimo tempo il giro di tutto il mondo. Riportiamo qui un breve estratto: “Siamo una singola specie globale, le cui maggiori minacce riguardano tutti e la cui sicurezza può essere garantita soltanto da un’azione collettiva, nell’interesse di tutti. Forse la lezione più significativa che abbiamo appreso negli ultimi dodici mesi è stata che non siamo più nazioni separate, ciascuna servita al meglio badando ai propri bisogni e interessi”.