Ecco i braccialetti fatti con la plastica gettata in mare
Nata dall’idea di due giovani surfisti, 4Ocean lavora ogni giorno per ripulire i mari e le coste di tutto il mondo dai rifiuti, che vengono trasformati in bracciali.
Pulire mari e oceani dalla plastica: fortunatamente ci hanno pensato e ci stanno lavorando in tanti, ma forse mai nessuno aveva pensato di trasformarla in braccialetti. Questa è l’incredibile idea della start-up 4Ocean, che impiega ogni giorno capitani ed equipaggi per eliminare i rifiuti plastici dalle acque e dalle coste, dalla Florida a Bali. In più, offre servizi di pulizia delle spiagge e a largo delle coste in tutto il mondo, per ottenere il massimo impatto.
Alex e Andrew: la storia di due amici che vogliono cambiare le cose
Com’è nata l’idea di trasformare la plastica degli oceani in braccialetti da indossare? Tutto ha avuto inizio quando Alex e Andrew, appassionati di surf, hanno fatto un viaggio a Bali, in Indonesia: qui, imbattendosi in una barca di pescatori, si sono resi conto che le persone del luogo si facevano letteralmente largo tra quintali di plastica, senza che nessuno facesse niente per cambiare le cose. Da lì, l’idea di intervenire concretamente: i pescatori potevano usare le loro reti per estrarre la plastica dall’oceano. Oggi lavorano per 4Ocean più di 150 persone nel mondo e in meno di due anni la start-up ha rimosso dalle acque internazionali oltre 350 kg di plastica, trasformati in braccialetti venduti in diversi paesi.
“Pull a pound” (letteralmente “raccogli una libbra”) è il motto dell’azienda, a significare che per ogni braccialetto realizzato, si utilizza un pound – circa 400 grammi – di plastica riciclata, eliminata dalle acque internazionali. I braccialetti sono acquistabili online al prezzo di 20 dollari, che contribuiranno a finanziare l’attività di 4Ocean. Ma non è tutto: ogni mese l’azienda sposa una causa a livello ambientale, alla quale viene dedicato un braccialetto speciale: giugno è stato il mese della salvaguardia delle tartarughe marine (nella foto qua in alto il bracciale dedicato), tra le specie più minacciate dai rifiuti dispersi nelle acque. “Si stima che oltre la metà di tutte le tartarughe marine abbia ingerito una qualche forma di plastica nel corso della propria vita”, scrivono infatti i ragazzi di 4Ocean.