L’orto di un perdigiorno, diario di un ritorno alla natura
Dopo la terza pagina di “L’orto di un perdigiorno” vien voglia di chiamare l’autrice, Pia Pera, tanto è l’affetto che viene espresso tra le righe che vien subito voglia di ricambiare, con una carezza o un invito a cena. Come ultimamente capita a molte persone e come dimostrano anche i sempre più numerosi libri su come coltivare un orto, Pia Pera ha riscoperto il desiderio di riavvicinarsi alla terra, alla natura, alle erbe, al giardino… e, appunto, all’orto.
Sembra incredibile, ma i cicli della natura, delle maturazioni, le tecniche agricole basilari sono sconosciute ai più. Invece, è dalla terra che abbiamo sempre avuto sostegno, soprattutto dalle piante e anche per Pia la sorpresa di ritrovarsi inetta davanti alla dea Natura è disarmante.
Il libro è il diario di un anno di piaceri, fatiche, successi e insuccessi. Giornate trascorse a imparare, a lavorare, a farsi le vesciche sulle mani, ma anche a oziare e leggere: citazioni e pensieri di Stendhal, Fukuoka, San Francesco, Oblomov intercalano le sue giornate e i capitoli del libro tra la raccolta dei pomodori e la lotta alle chiocciole nella quale Pia manifesta la sua resa incondizionata, perché vincere significherebbe uccidere esseri così belli o, peggio, avvelenare il terreno.
Nonostante l’inesperienza, l’ozio, il temporeggiare davanti ai divoratori di piante e di frutti la storia sarà a lieto fine, perché alla fine l’orto, la Madre Terra, un po’ di ingenuità te la perdonano sempre e ti regalano comunque più cibo di quello che ti serve in realtà, tanto da doverne mettere via in conserve, marmellate o essiccato. Anche se le descrizioni dettagliate delle piante non mancano, questo libro non è un vero e proprio manuale di orticoltura, ma è più un manuale di coltivazione dell’anima, un ritorno alle origini dell’uomo, una descrizione di come potrebbe essere la vita, se si volesse affrontare un primo sacrificio di “decrescere”, in modo consapevole e felice.
È una coccola, per chi volesse sentire il profumo dell’erba bagnata, del rosmarino in fiore e del terriccio brulicante di lombrichi, senza nemmeno dover scendere dal divano. Ma se da questo libro avrete le nostre stesse emozioni nel leggerlo, le mani nel terriccio vi verrà voglia di mettercele davvero, anche fosse solo per piantare qualche aromatica nel vostro terrazzo in centro a Milano.
L’orto di un perdigiorno. Confessioni di un apprendista ortolano
di Pia Pera
Edizioni TEA
Euro 9,00
Roberto Castellucci
Immagine tratta dalla copertina di “L’orto di un perdigiorno”