Cucina giapponese: 10 curiosità che non ti aspetti
La tradizione culinaria giapponese e’ decisamente piu complessa di una barca di legno piena di sushi ed e’ anche spesso molto vicina al mondo vegetariano grazie al legame profondo con la cultura Zen che ha, in alcuni casi, inventato alcuni dei prodotti base della dieta veg (si pensi al seitan).
Insieme a Graziana Canova Tura, autrice di “Il Giappone in cucina” edito da Ponte alle Grazie, facciamo un viaggio attraverso dieci curiosità davvero interessanti che riguardano la cultura gastronomica nipponica. Il libro e’ anche pieno di ricette, molte vegetariane.
1- Nei monasteri zen aglio, cipolla, erba cipollina, porro e scalogno non sono ammessi per i monaci perchè il loro sapore forte potrebbe risvegliare desideri troppo umani
2 – Le posate in metallo sono considerate dalla tradizione simbolo di violenza: inforcare il cibo, tagliarlo, non sono una cosa ammessa, ecco allora l’uso a tavola delle bacchette.
3 – In Giappone la disposizione del cibo nei piatti e’ molto importante, anche in famiglia e non solo nelle occasioni formali. Una regola dice, per esempio, di evitare di servire pezzi di cibo in numero pari, soprattutto 4, perché in lingua la parola “shi” che significa anche “4” con un altro ideogramma può significare “morte”.
4 – “Umami” in Giapponese e’ una parola che può essere tradotta con “gustosa bontà”, questa e’ una delle caratteistiche principali che deve avere il piatto. Spesso pero’ l'”umami” si ottiene con l’ aggiunta un po’ troppo leggera di glutammato di sodio.
5 – Il glutammato monosodico e’ un esaltatore di sapidità: si ottiene attraverso la fermentazione batterica della melassa di barbabietola e la troviamo sotto forma di una polvere bianca simile al sale. Viene utilizzati spesso nella cucina giapponese e cinese, ma tutto dipende anche da che attenzione alla qualità e al sapore ha chi vi sta servendo il cibo.
6 – L’alga nori e’ molto utilizzata dai giapponesi, sia intera che sbriciolata e sempre tostata. Ricordatevi per per tostarla è importante appoggiarla alla piastra sulla parte lucida dell’alga.
7 – Diversamente dalla nostra etichetta a tavola, in Giappone fare rumori mentre si mangia è segno di apprezzamento per il cibo. Minestre, spaghetti e te’ vengono sorbiti con grande “frastuono” anche nei locali pubblici.
8 – Il 4 Agosto di ogni anno nel tempio Hie a Tokyo si festeggia la cerimonia funebre dei bastoncini da pasto, le bacchette per capirci. Si tratta di un omaggio ad oggetti che hanno reso un lungo servizio: vengono ammucchiati e poi bruciati con accompagnamento di preghiere e canti.
9 – Davanti ai negozi, ai ristoranti o ai bar Giapponesi è possibile trovare due mucchietti di sale ai lati della porta d’ ingresso: si tratta di un riferimento scaramantico all’usanza antica di mettere sale affinché i buoi che portavano i carri, si fermassero a leccare il sale, inducendo chi viaggiava a fermarsi e mangiare in quel locale.
10 – Il gesto, ormai considerato di cattivo gusto, di masticare uno stuzzicadenti, deriva dall’usanza dei samurai di mostrare (anche se a pancia vuota) di aver appena terminato un lauto pasto.
Graziana Canova Tura
Il Giappone in cucina
Ponte alle Grazie
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