C’è un nuovo virus a potenziale pandemico e arriva dai maiali degli allevamenti

Si chiama G4 EA H1N1, è stato scoperto in Cina grazie ad una ricerca condotta fra il 2011 e il 2018, ed è un ceppo di virus influenzale che viene dai maiali degli allevamenti.

Si chiama G4 EA H1N1, è stato scoperto in Cina grazie ad una ricerca condotta fra il 2o11 e il 2018, ed è un ceppo di virus influenzale che viene dai maiali degli allevamenti. Descritto sulla rivista dell’Accademia delle Science degli Stati Uniti, il virus è stato individuato dal gruppo coordinato da George Gao e Jinhua Liu. Secondo gli scienziati questo nuovo ceppo avrebbe “tutte le caratteristiche” di poter infettare gli esseri umani, conferendogli un “potenziale pandemico”. Ecco perché la notizia è stata divulgata di recente.

Che virus è?

Parlando alla BBC, Kin-Chow Chang, un professore dell’Università di Nottingham, ha detto: “In questo momento siamo giustamente distratti dal coronavirus. Ma non dobbiamo perdere di vista i nuovi virus potenzialmente pericolosi”. La ricerca, in questo senso, è fondamentale. Ma che caratteristiche ha questo virus? Si tratta, secondo quanto riportato da Science , una miscela unica di tre lignaggi: uno simile ai ceppi che si trovano negli uccelli europei e asiatici, il ceppo H1N1 che ha causato la pandemia del 2009 della suina, e un H1N1 nordamericano che ha i geni dei virus dell’influenza aviaria, umana e suina. La variante G4 è particolarmente preoccupante perché il suo nucleo è un virus dell’influenza aviaria, al quale l’uomo non ha alcuna immunità, con frammenti di ceppi di mammiferi mischiati. “Dai dati presentati, sembra che si tratti di un virus dell’influenza suina che è pronto ad emergere nell’uomo”, dice Edward Holmes un biologo evoluzionista dell’Università di Sydney che studia gli agenti patogeni. “Chiaramente questa situazione deve essere monitorata molto attentamente”.

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Il problema non sono solo i mercati umidi o gli animali selvatici.

Si tratta di un virus che può crescere e moltiplicarsi nelle cellule che rivestono le vie respiratorie umane. Al momento quello che è stato verificato è che si tratta di una patologia che può essere trasmessa dai maiali all’uomo ma che, attualmente, il virus non passa da uomo a uomo. Su Science, Robert Webster, un ricercatore esperto in influenze sostiene che sia solo una scommessa se questo ceppo muterà facendo il salto fra uomo e uomo. “Non sappiamo se si verificherà una pandemia fino a quando questa dannata cosa non si verificherà”, sostiene Webster, osservando che la Cina ha la più grande popolazione di maiali del mondo, 500 milioni di capi.

Il dott. Michael Greger

Qual è il problema?

La questione è, nuovamente, come per il Covid-19, legata al nostro rapporto e alla nostra vicinanza con milioni di animali (non solo selvatici, come in questo caso) che portano patogeni in continuo mutamento e che si trasmettono in modo facilissimo fra animali assembrati e in condizioni di affollamento e deterioramento fisico, continuando perciò a mutare. In Cina si allevano circa 500 milioni di suini e si tratta di una vera e propria bomba ad orologeria, come aveva sottolineato anche il dottor Michael Greger nel nostro libro “La connessione. Virus, sfruttamento animale e alimentazione“:”Produciamo più di un miliardo di maiali all’anno, quasi la metà solo in Cina, ecco quindi che la preoccupazione reale è che la prossima pandemia possa arrivare da animali domestici piuttosto che selvatici. Potremmo essere a un solo pasto a base di carne di maiale dal prossimo HIV, a un piatto di pangolino dal prossimo coronavirus killer, e a un allevamento industriale dalla prossima influenza mortale”.
Ancora una volta gli scienziati stanno lanciando un segnale di attenzione: verranno ascoltati?


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