Ginkgo biloba: usi e proprietà di una pianta millenaria
Gli antichi monaci cinesi credevano che il ginkgo biloba fosse in grado di sconfiggere gli spiriti malvagi: a giudicare dalle sue proprietà forse qualche potere lo possiede davvero…
Definito da Darwin “fossile vivente”, il ginkgo è considerato un albero leggendario vecchio di più di 250 milioni di anni tanto che alcuni resti fossili di foglie di gingko risalgono al Giurassico e al Cretaceo. Conosciamo meglio questo affascinante tesoro della botanica di origine orientale.
Origini e provenienza
Il termine “ginkgo” deriva dal giapponese Yin-kuo, che significa “albicocca d’argento” dato che i semi, a maturazione, sembrano albicocche infarinate; “biloba” si riferisce invece alla forma della foglia, 2 lobi accostati a formare un ventaglio. Pare che il termine “ginkgo” derivi in realtà da un errore di stampa riportato da Linneo (in Mantissa plantarum, 1767), al posto di “ginkyo”, che rappresenta la pronuncia originale del nome giapponese. Questo nome, però, è ormai fissato dalle regole di nomenclatura.
Cresciuto in Cina lungo le rive dello Yangtze, il fiume Azzurro, il ginkgo fu in grado di sopravvivere nel corso della Stroria grazie alla sua capacità di resistenza all’inquinamento atmosferico e la sua immunità agli attacchi parassitari. Il Ginkgo è così resistente che un esemplare solitario di questa specie fu l’unico a sopravvivere alla nube tossica generata dalla bomba atomica sganciata su Hiroshima.
Il ginkgo, oltre a essere considerato l’albero più vecchio presente sulla Terra, è anche uno dei più longevi, dal momento che può raggiungere i 1000 anni. Non c’è da stupirsi, dunque, che in Giappone sia considerato un albero sacro, spesso presente nelle vicinanze dei templi. Per questo motivo si ritiene che la specie si sia preservata anche grazie alla meticolosa cura e coltivazione operata dai monaci cinesi in virtù della capacità attribuita alla pianta di allontanare gli spiriti maligni con i suoi misteriosi poteri magici, cosa che l’ha resa da sempre particolarmente adatta per adornare luoghi di culto.
Aspetto della pianta
Il ginkgo biloba è una pianta piuttosto grande e può raggiungere l’altezza di 40 metri. Anche l’ampiezza della chioma è evidente: un esemplare adulto può raggiungere i 10 metri. Vive bene nelle aree soleggiate delle regioni più fresche ed è in grado di sopportare anche temperature molto basse.
Non ha particolari esigenze di terreno, ma preferisce quelli acidi e ben drenati; non sopporta invece gli interventi di potatura perché i rami tagliati tendono a seccare.
Pur essendo una pianta maestosa, il ginkgo biloba si presta molto bene alla coltivazione in vaso, sotto forma di bonsai. La pianta, oltre ad essere utilizzata a scopo ornamentale, viene anche coltivata, prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti, a scopo fitoterapiaco: alle foglie ed ai fitocomposti in esse contenuti sono riconosciute infatti alcune proprietà utili per la nostra salute. Il primo esemplare europeo venne piantato da Kaempfer nel giardino botanico di Utrecht in Olanda verso il 1730.
Proprietà e benefici del ginkgo biloba
Questo magnifico albero è molto conosciuto per le proprietà officinali delle foglie che contengono diversi principi attivi e proprio per il suo utilizzo medicinale, viene coltivato a livello industriale, in Europa, Giappone, Corea e Stati Uniti. L’estratto agisce, ad esempio, a tutti i livelli della circolazione sanguigna: cerebrale, cardiaco e periferico; viene quindi consigliato nella prevenzione e nel trattamento complementare delle trombosi venose e nella prevenzione di flebopatie.
Protegge arterie, vene e capillari, combatte i radicali liberi grazie ai flavonoidi, rallentando i processi di invecchiamento e proteggendo i tessuti dell’organismo, protegge il cuore sia per la sua azione antiossidante, che per la sua capacità di interferire con i meccanismi che regolano la coagulazione sanguigna (la pianta, infatti, migliora la fluidità del sangue, facilitandone lo scorrimento nei capillari sanguigni).
È utilizzato anche nel trattamento dei deficit della memoria e dell’attenzione e migliora la funzione cognitiva. Inoltre aiuta l’ossigenazione del cervello attenuando i sintomi dell’emicrania. Aumenta infine anche la libido sia negli uomini che nelle donne.
Utilizzi in cucina e in erboristeria
La parte interna del seme, nonostante l’odore sgradevole, è commestibile dopo la torrefazione. In Asia viene considerato un ingrediente prelibato e rientra nella preparazione di diversi piatti della cucina tradizionale cinese come, ad esempio, il congee (una sorta di denso budino di riso). Il seme del ginkgo è utilizzato anche nella cucina nipponica: si consuma come contorno, oppure si impiega per la preparazione del chawanmushi, una sorta di budino salato che si serve come antipasto.
In ogni caso l’impiego alimentare dei semi di ginkgo è da effettuarsi con moderazione, poiché l’assunzione di più di cinquanta semi per volta o il consumo prolungato per lunghi periodi può causare intossicazioni anche gravi. L’involucro esterno polposo invece è tossico e irritante al contatto con la pelle. In erboristeria è utilizzato per la preparazione di tisane, infusi, succhi e decotti. Basta bollire una tazza di acqua e aggiungere 1 cucchiaino colmo di gingko, lasciarlo in infusione per 10 minuti, poi filtrarlo e berlo.
Dove si compra e prezzo
Il ginkgo biloba, sotto forma di integratore alimentare, è in vendita in farmacia, in erboristeria e su internet, soprattutto sotto forma di tavolette, capsule o fialette. Ma su internet si possono anche trovare le sue foglie tritate al costo di circa 5 euro per 100g.
Curiosità
Il più antico trattato cinese sui farmaci, il Pen T’sao, la cui prima stesura viene attribuita all’imperatore Shen Nung, vissuto intorno al 2800 a.C., cita il Ginkgo come un farmaco particolarmente importante, dotato contemporaneamente di qualità yin (femminili) e yang (maschili), e lo definisce “buono per il Cuore e per lo Spirito”.