Le prime 8 caprette dell’isola Palmaria sono finalmente al sicuro – VIDEO

Per le altre, una settantina circa, si dovrà aspettare il responso delle analisi per sapere se stanno bene e che non creeranno danni alle nuove strutture che le ospitano. Le pre adozioni, intanto sono aperte.

Una mamma, il suo cucciolo, alcune zie e delle cugine: questa è la composizione del primo nucleo familiare/sociale di capre che ha lasciato l’isola Palmaria per approdare in una fattoria didattica dello spezzino dopo che la vicenda della loro sorte e di quella di altre 70 capre circa era rimasta sospesa per molti mesi.

Alcune delle caprette (al centro, in secondo piano, a sinistra) mentre familiarizzano con il loro nuovo ambiente e i nuovi compagni.

La vicenda della caprette della Palmaria

Circa 100 esemplari di capre tibetane, importati sull’isola 60 anni fa, erano entrate nell’occhio del ciclone nel 2016, quando il sindaco Matteo Cozzani aveva preventivato la possibilità che gli animali, non autoctoni e pericolosi per il mantenimento del buono stato della flora dell’isola, venissero sfrattate poiché “razza aliena” per il territorio. La vera bomba è scoppiata quando la giunta aveva addirittura ventilato l’ipotesi non solo della cattura ma anche della successiva macellazione degli animali.

Associazioni in testa, la vicenda è arrivata all’attenzione dei media e con il tempo si è giunti ad una soluzione decisamente più intelligente. Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ha deciso di incaricarsi della sorte degli animali individuando delle strutture adeguate che potessero ospitarli, di selezionare dei volontari che dessero una mano per le operazioni di recupero delle carpette sull’isola e poi del loro trasferimento.

I box di legno con all’interno le caprette che raggiungono la terraferma

Lasciare intatti i gruppi familiari

L’obiettivo di Enpa è stato quello di trasferire gli animali rispettando la composizione dei diversi gruppi presenti sull’isola ed evitando di spezzare i legami sociali e familiari consolidatisi nel tempo. “Separare gli esemplari di uno stesso gruppo – spiega Massimo Pigoni, vicepresidente nazionale di Enpa e responsabile del Centro Recupero Selvatici di Campomorone (Genova) – avrebbe ripercussioni estremamente negative sulla loro salute e sul benessere psico-fisico degli animali rimasti sull’isola”. Operazione, come è facile immaginare, non certo semplice quella della ricostruzione dei rapporti socio affettivi degli animali e che ha richiesto molto impegno.

Le prime 8 caprette e il loro viaggio all’interno di piccoli box in legno su una chiatta, è stato solo il primo passo, una sorta di progetto pilota, poiché adesso è il momento dei controlli sulla salute degli esemplari: “Questo può darci indicazioni attendibili circa lo stato di salute delle altre 80 capre presenti sull’isola. I nostri viaggi verso la fattoria didattica – prosegue Pigoni – riprenderanno solo quando avremo la ragionevole certezza che gli animali non sono affetti da patologie infettive”.

Due caprette catturate e pronte per i controlli veterinari in braccio a dei volontari.

La adozioni delle caprette della Palmaria

Nel frattempo per le magnifiche 8 è tempo per una nuova vita ma anche per una nuova potenziale casa: Enpa ha già aperto le pre-adozioni delle caprette e chi fosse interessato può scrivere alla mail [email protected] o contattare lo 010.721217. “Le caprette – conclude Pigoni – possono essere pre-adottate già a partire da oggi (27 Aprile 2018). Ricevere ora le prime richieste ci aiuterebbe moltissimo a ottimizzare le operazioni di trasferimento. L’adozione vera e propria scatterà a settembre quando avremo il responso delle analisi”.

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