Joaquin Phoenix il giorno dopo l’Oscar salva dal macello un vitello e la sua mamma – Video
Il video che racconta il salvataggio è stato girato dal regista di “Earthlings” e mostra anche il dialogo bellissimo e intenso fra l’attore e l’allevatore
Si chiamano Liberty e Indigo la mucca e il suo vitello di due settimane portati via da un macello di Pico Rivera, città della Contea di Los Angeles, in California dall’attore Joaquin Phoenix e dal team del santuario per animali Farm Sanctuary. Le immagini della vicenda sono state girate il 10 gennaio e dietro la macchina da presa c’era Shaun Monson regista del documentario datato 2005, “Earthlings“, narrato proprio da Phoenix.
Il dialogo di Phoenix con il proprietario del macello
L’attore ha parlato direttamente con il proprietario del macello nel quale si trovavano i due animali che, secondo la prassi dello stesso allevatore, non sarebbero stati uccisi: “Non mando mai al macello le mucche che hanno partorito qui“, ha spiegato. Seduti uno di fronte all’altro in un piccolo ufficio, il proprietario degli animali e l’attore e attivista hanno dialogato: il primo ha spiegato che la sua prassi di uccisione degli animali è fra le più veloci e “umane” dell’intero stato. “I miei animali muoiono in meno di 60 secondi” spiega. “Ogni volta che un vitello nasce sulla mia proprietà io mi rifiuto di portarlo al macello, non lo faccio e basta” continua a spiegare. Mentre si recano nei recinti dove si trovano gli animali, il proprietario spiega a Phoenix: “Gli animali che vedi io li acquisto all’asta e vedrai che sono sani, non ci sono animali azzoppati, non è la mia prassi, non compro a meno per guadagnare di più”. Il momento del confronto arriva quando l’attore spiega che il problema non è solo la morte dell’animale ma l’intero processo: “E’ allevarli, separarli dalla proprie famiglia, usarli..”. Serrato ma sempre pacatissimo il confronto sulle parole fra i due:”Noi li macelliamo” dice il proprietario e Phoenix risponde secco: “Li uccidete“.
Il salvataggio degli animali
L’attore premio oscar per “Joker” si reca quindi dove si trovano la mucca e il vitello insieme al direttore del Farm Sanctuary, Gene Baur e dopo essersi assicurato con un addetto di potersi avvicinarsi agli animali senza spaventarli, la mucca e il vitello vengono condotti all’esterno: Phoenix prende fra le braccia il cucciolo e lo porta fuori, mettendolo all’interno di un caravan attrezzato che si è poi diretto al santuario.
Alla fine Phoenix torna dal proprietario del macello e lo ringrazia:”Ti manderò delle foto della mamma e del vitello mentre saranno liberi nei campi, ok?” ha detto lasciando l’ufficio.
Liberty e Indigo al Santuario
Mamma e figlia (il vitellino è femmina) sono stati portati al santuario dove dovranno rimanere in isolamento per qualche giorno al fine di verificarne lo stato di salute e per evitare che contagino gli altri animali salvati e presenti nel rifugio. Quando le porte del piccolo caravan che ospitava la vitellina si aprono la reazione di Phoenix è molto emozionante: “Oh amore mio, amore mio…” le dice, mentre con attenzione la porta fuori facendo in modo che torni vicino alla madre. “Non è una bellezza?” dice il presidente di Farm Sanctuary. Lo è.
Il video si conclude con l’immagine di Liberty e Indigo e la frase di River Phoenix, fratello dell’attore morto 23 anni fa, citata proprio durante il discorso di ringraziamento per gli Oscar: “Soccorri qualcuno con amore e la pace arriverà“.
Le polemiche sull’attivismo gentile
L’approccio utilizzato in molte occasioni pubbliche dall’attore si ispira al movimento di liberazione animale “The save movement” che prevede alcune azioni pacifiche come le veglie, alle quali ha partecipato l’attore stesso in varie occasioni. Si tratta di una modalità di attivismo spesso contestata da una parte del movimento vegan perché troppo “morbida” e indulgente con chi alleva e macella gli animali. Anche in Italia il movimento ha realizzato numerose veglie e Simone Scampoli, portavoce della sezione italiana, ha spiegato a Vegolosi.it il tipo di approccio utilizzato: “Nessuna accusa verso chi svolge il proprio lavoro quotidianamente, “anche perché la stragrande maggioranza di noi attivisti ha contribuito a questo crudele mercato in passato, siamo diventati vegani solo dopo aver scoperto ciò che si cela dietro queste industrie”.
Il dialogo o il salvataggio di uno o più animali senza poter fare nulla per gli altri presenti nei macelli o nei camion che li conducono lì, viene definito “troppo poco”. Secondo chi attacca questa forma di attivismo “gentile”, parlare con allevatori e macellai non è giusto, né produttivo, mentre è più giusto compiere azioni più violente e incisive come bloccare l’ingresso ai macelli o incatenarsi alle porte degli allevamenti.
Eppure secondo The Save Movement il dialogo con chi compie queste azioni è una strada: “Non vogliamo denigrare le altre forme di battaglia animalista – chiarisce Scampoli – tutte sono valide, la nostra prevede di dialogare e metterci a confronto con queste persone e i risultati li vediamo”.