Adidas vende 6 milioni di sneakers con parti in plastica raccolta dagli oceani
La multinazionale tedesca, che ha collaborato anche con Stella McCartney per produrre un paio di Stan Smith in edizione limitata in poliestere riciclato, ha lanciato un’intera linea di scarpe “eco”: è boom di vendite
Sei milioni di scarpe da ginnastica realizzate in plastica riciclata venduti in due anni: questo è l’obiettivo raggiunto da Adidas, colosso dell’abbigliamento sportivo. Le sneakers in questione fanno parte della linea Alphaedge 4, realizzata in collaborazione con Parley for the Oceans, un’organizzazione ambientalista che si occupa di salvaguardare i mari e gli oceani dall’inquinamento da plastica, una delle minacce ambientali più gravi del nostro secolo – come dimostra anche il documentario Seaspiracy.
Adidas x Parley: la plastica riciclata salverà il pianeta?
È dal 2017 che la multinazionale tedesca ha avviato la produzione di scarpe da ginnastica e abbigliamento prodotti con la plastica prelevata dalle spiagge e dagli oceani, riscuotendo un successo incredibile: nell’anno di lancio della nuova linea l’azienda avrebbe venduto un milione di paia di scarpe “eco”; l’anno successivo, invece, le vendite si sarebbero impennate a cinque milioni di pezzi, mentre per il 2019 Adidas prevede di vendere addirittura sette milioni di paia di scarpe in poliestere riciclato.
In particolare, le sneakers Alphaedge 4D sono realizzate con il 75% di plastica riciclata: occorrono 11 bottiglie in plastica per produrre il filato che costituisce la decorazione della suola, oltre al rivestimento interno e quello dei talloni. Un’idea sicuramente innovativa e un progetto che punta i riflettori su un problema ambientale di proporzioni enormi, ma che solleva comunque dei dubbi: le scarpe in poliestere riciclato sono davvero utili all’ambiente?
Scarpe e riciclo: un’accoppiata impossibile
Il fatto che la multinazionale tedesca si impegni a liberare almeno in parte i mari dai rifiuti plastici è lodevole, ma è davvero utile all’ambiente sul lungo periodo? Anche se di buona qualità, un paio di scarpe “da tutti i giorni” difficilmente dura più di 2-3 anni, e a quel punto sarà necessario buttarle. Come indicato anche da Junker, una “app zero waste” vi abbiamo suggerito di scaricare, le scarpe, di qualsiasi materiale siano, non possono generalmente essere riciclate, ma devono essere portate alla stazione ecologica più vicina o smaltite nella raccolta indifferenziata.
Come “smaltisco” le tennis?
Esiste però un progetto italiano interessante a questo proposito: Esosport run. E’ possibile portare le vecchie scarpe da ginnastica con suola in gomma in appositi punti di raccolta sparsi in Italia, dove saranno lavorate per produrre pavimentazioni per parchi gioco e piste di atletica. Purtroppo i punti di raccolta non sono molti e spesso non si tratta di punti “pubblici” bensì riservati ai fruitori di una certa scuola di calcio o ad una certa palestra.
La strada seguita da Adidas, in ogni caso, viene battuta anche da altre aziende che producono “scarpe del riciclo”: è il caso per esempio di Gumdrop, start up londinese dà una nuova vita alle gomme da masticare e ai polimeri che le compongono per creare sneakers alternative. Allo stesso modo Bureo, realizza skateboard, scarpe e occhiali da sole riciclando le reti da pesca vecchie o abbandonate. A questo si aggiunge il nutrito elenco di aziende che hanno bandito il cuoio per realizzare scarpe vegane e cruelty-free.