Dieta vegana: 10 motivi per evitarla assolutamente
La dieta vegan è circondata di un alone di pregiudizi e “leggende” che tendono ad allontanare le persone, scoraggiandole. Ecco i più comuni (sfatati uno a uno dalla nostra redazione).
“Capisco i vegetariani, ma i vegani…”: ecco, se avete deciso di compiere questa scelta alimentare (e di vita), l’avrete sentito dire almeno una volta. Sì, perché essere vegani è difficile, e ci sono davvero decine di motivi per rimanere saldi sulla retta via. Vi serve una prova? Pensate solo agli sguardi di biasimo (misti a un po’ di compassione, diciamolo) di famigliari, amici, vicini di casa e ristoratori quando pensano a tutto quello a cui rinunciate per seguire una moda così effimera e assolutamente insensata. Ispirandoci al lavoro del magazine Livekindly abbiamo stilato una lista di 10 buoni motivi per non diventare vegani o per ricredersi nel malaugurato caso in cui aveste rinunciato per un po’ (pazzi!) ai piaceri del cibo onnivoro. O forse… no?
Il cibo vegan è davvero terribile
Pregiudizio: Insalatina scondita, carote crude e pasta all’olio – ma anche qualche filo di erba e un po’ di petali raccolti nel prato sotto casa: la dieta di un vegano è triste e strampalata, monocromatica (se non è verde non si mangia, no?) e priva di qualsiasi alimento “normale”. Lasagne, gelati, polpette, biscotti e torte sono solo un lieto ma lontano ricordo del periodo onnivoro, al quale i vegani più nostalgici pensano intensamente prima di addentare il proprio panino di lattuga farcito con germogli e semi.
Realtà: La dieta vegan è varia e ricca, spesso e volentieri anche più di quella onnivora. Questo regime alimentare porta infatti a scoprire cereali, legumi e verdure “di nicchia” poco utilizzati dalla tradizione, nella quale i cereali per eccellenza sono pasta e riso. Invece, là fuori, c’è un mondo vegetale tutto da scoprire (e da gustare): una volta capito cosa mangiano i vegani, scommettiamo che non tornerete più indietro?
Se non mangi la carne, non sai cosa ti perdi…
Pregiudizio: Avete mai fatto caso a quanto i vegani siano pallidini, debolucci e soprattutto tristi? Beh, del resto come biasimarli? Rinunciano volontariamente al sapore di una bella bistecca alla griglia, all’aroma delizioso che si diffonde per casa quando l’arrosto è nel forno e alle polpette al sugo della nonna, succulente e saporite come solo lei sa prepararle.
Realtà: La dieta vegana non è una rinuncia, ma una scelta ponderata e consapevole. Siamo certi che nessun vegano viva la propria alimentazione come un insieme di privazioni e sacrifici, ma piuttosto come un passo verso un maggiore rispetto degli animali, dell’ambiente e della propria salute. Chi l’ha detto, poi, che i vegani “non sanno cosa si perdono”? Sono poche le persone nate seguendo find da subito la scelta vegan e quindi conosciamo bene i sapori e le preparazioni a cui diciamo di no con consapevolezza, ma senza “soffrire”. Anche perché la cucina vegana è fatta di sapori e preparazioni che nulla hanno da invidiare a quelli della tradizione, senza necessariamente attingere ad alimenti “strani” ed esotici come seitan, tofu o tempeh. Nella nostra guida su cosa mangiare al posto della carne, per esempio, spieghiamo quanto (e come) sia facile preparare secondi piatti deliziosi, senza alcun tipo di nostalgia.
Vivere senza il formaggio? Un’impresa impossibile
Pregiudizio: Spolverizzato sulla pasta, negli sformati, sulla pizza, spalmato sul pane o addentato a merenda: il formaggio è uno dei piaceri della vita a cui i vegani rinunciano inspiegabilmente, spinti da chissà quali oscure motivazioni. E così, la loro vita si ridurrà a piatti di pasta sconditi, pizze rosse che della vera pizza non hanno assolutamente niente e impasti di burger e polpette insipidi e privi di “sprint”.
Realtà: Se è vero che il formaggio di origine animale crea una vera e propria dipendenza (come spiegato chiaramente dal dottor Neal Barnard – ricercatore, medico e autore di numerosi best seller – nel suo libro “Cheese Trap“) è anche vero che non si tratta di un ingrediente essenziale per cucinare piatti saporiti e gustosi. Esistono tante alternative vegane al formaggio, una più buona dell’altra e adatte alle diverse preparazioni: è sufficiente conoscere gli ingredienti per prepararle e uscire dalla forma mentis classica per scoprire un universo fatto di sapori e consistenze nuovi e assolutamente irresistibili.
La carenza di proteine è dietro l’angolo
Pregiudizio: Nessuno si preoccupa delle proteine fino al momento in cui non incontra un vegano. Allora, inesorabile, scatta la fatidica domanda: “Ma le proteine da dove le prendi?” ed è subito panico. Sì, perché è risaputo che i vegani debbano affrontare quotidianamente gravissimi deficit proteici che minano la loro salute, li rendono emaciati e privi di energie.
Realtà: Come ha spiegato ai nostri microfoni la dottoressa Silvia Goggi, medico nutrizionista specializzato in Alimentazione Vegetale e membro della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV), “il pericolo di andare incontro a una carenza proteica seguendo una dieta a base vegetale è praticamente nullo perché tutti gli alimenti vegetali contengono proteine. Se una persona raggiunge il proprio fabbisogno calorico giornaliero, sicuramente avrà coperto anche il proprio fabbisogno proteico, e questo vale anche per coloro che seguano una dieta esclusivamente a base vegetale”. Per approfondire, può essere utile anche la lettura del nostro articolo sulle proteine vegetali e su come assumerle.
È impossibile sostituire burro e uova nelle varie preparazioni
Pregiudizio: Se avete deciso di diventare vegani, preparatevi a dire addio a crostate, frittate, meringhe e pasta fatta in casa (ma anche a tanto tanto altro): qualsiasi preparazione che richieda uova e burro tra gli ingredienti è assolutamente off limits per un vegano, sia che si parli di cucina salata che di pasticceria.
Realtà: Invece, per fortuna, l’alimentazione vegan offre tante alternative a burro e uova, tutte interessanti e perfette in qualsiasi preparazione da “veganizzare”. Per sostituire il burro, per esempio, possiamo usare olio o margarina fatta in casa, mentre per sostituire le uova ci sono trucchetti quasi incredibili. Qualche esempio? Negli impasti un cucchiaio di miscela di semi di lino polverizzati finemente con l’aiuto di un mixer insieme a 3 cucchiai di acqua per ogni uovo previsto dalla ricetta, mentre per impanare 2 o 3 cucchiai di latte vegetale o di acqua, un cucchiaino di fecola o di farina. In questa pastella andrà intinta la pietanza da impanare dopo averla cosparsa di farina e, come ultimo step, da passare nel pangrattato prima della cottura.
Mangiare fuori casa? Un incubo senza fine
Pregiudizio: Dite addio alla vita sociale, alle serate in compagnia degli amici davanti a una pizza o alle cenette romantiche con il partner: i vegani mangiano solo a casa, perché non possono proprio fare altrimenti. In fondo, ve la immaginate la faccia del cameriere mentre gli chiedete del tofu alla piastra, un’insalata di sorgo o delle scaloppine di seitan?
Realtà: Mangiare vegan fuori casa è più semplice di quello che si possa pensare: se “ci si accontenta”, basta scegliere un qualsiasi ristorante “non specializzato” ma che prepari primi piatti (davvero qualsiasi ristorante, quindi!) per riuscire a mangiare un piatto di pasta al pomodoro, all’arrabbiata o con le verdure. Naturalmente questa non è la condanna del vegano medio: esistono decine di ristoranti sparsi per l’Italia che offrono interi menu vegan o anche solo piatti vegani e/o vegetariani accanto alle proposte tradizionali. Noi di Vegolosi.it abbiamo raccolto una selezione di ristoranti vegetariani e vegani (o con opzioni veg) in Italia: tanti locali in cui “sentirsi a casa” senza l’incubo di poter mangiare solo un piatto di verdure grigliate e scondite, ma anzi con tante proposte “veggy” una più buona dell’altra.
Piatti facili e veloci? Un ricordo lontano
Pregiudizio: Nel momento in cui qualcuno decida di diventare vegano, dovrà fare i conti con ore interminabili a spadellare ai fornelli, tra preparazioni difficilissime ed elaborate e sapori non sempre eccezionali. Se a questo si aggiunge l’impossibilità di trovare uno snack senza derivati animali nei distributori automatici dell’ufficio o l’estrema difficoltà di imbattersi in un panino 100% vegetale al bar, si capisce come la vita di un vegano sia poco meno di un incubo. La condanna è portarsi sempre e solo tutto da casa, viaggiando con la “schiscetta” a tutte le ore!
Realtà: Partendo dal presupposto che portare con sé snack o piatti preparati in casa è vantaggioso sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della salute (sappiamo con certezza quali sono gli ingredienti, specialmente se si tratta di preparazioni home-made), la verità è che mangiare vegan fuori casa è sempre più facile, anno dopo anno. Trovare un panino alle verdure al bar non è un’impresa poi così impossibile e la “moda” degli snack salutari a base di frutta secca e/o cereali impazza sempre più spesso nei distributori automatici. A questo si aggiunge che preparare piatti veloci e facili in chiave 100% vegetale è davvero possibile. Non ci credete? Scoprite la nostra raccolta di ricette vegane facili e veloci e vi ricrederete!
Perderai il conto di quanti integratori dovrai comprare
Pregiudizio: La dieta vegan è povera di nutrienti e l’aspetto del vegano medio lo dimostra ampiamente. In più, facendo una capatina a casa di un vegano rimarrete stupiti dalla quantità di integratori che sono costretti a prendere ogni giorno per riuscire a mantenere questo stile di vita senza incorrere in gravi e pericolosissime carenze nutrizionali.
Realtà: L’alimentazione 100% vegetale apporta tutti i nutrienti necessari per restare in salute, a tutte le età e in ogni fase della vita. Come spiegato dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV), l’unico integratore fondamentale è quello di Vitamina B12. In realtà, come spiegato ampiamente anche dalla SINU, non solo i vegani devono integrare questo elemento ma anche i vegetariani. Ma come mai? “Nella popolazione generale, la fonte principale di consumo deriva dai cibi di origine animale con un importante contributo da parte di latte e latticini. Perdite fino al 50% possono verificarsi attraverso la trasformazione alimentare che coinvolge la cottura, la pastorizzazione e l’esposizione a luce fluorescente. Tutto ciò ne limita la disponibilità, insieme alla diminuzione della capacità di assorbimento a causa dell’aumento della concentrazione di Cbl nel cibo”. Se è vero che alcuni alimenti vegetali contengono questa vitamina, la verità è che: “nella dieta vegetariana le fonti di cobalamina sono poche e comunque non affidabili. Sebbene in alcune piante la Cbl sia rappresentata in modo significativo, i dati in letteratura sono ancora insufficienti per determinare se essa vi si trovi in forma attiva e se il regolare consumo di questi cibi possa essere sostenibile, tenuto conto della variabilità delle rese”. L’integrazione è necessaria, quindi, e il documento si schiera contro i falsi miti sull’assunzione di integratori: “Spesso non si fa ricorso all’integrazione a causa di preconcetti e di avversione nei confronti di prodotti percepiti come artificiali o perché si crede al falso mito che la carenza si manifesti solo in rari casi e dopo molti anni dal mancato apporto, la dieta vegetariana, ricca di folacina, inoltre, può mascherare i sintomi ematologici, con la conseguenza che la carenza di Cbl potrebbe diventare evidente solamente negli ultimi stadi in cui i segni neurologici sono già manifesti”.
Dieta vegana = piatti tristi e sconditi = fame perenne
Pregiudizio: Insalata, verdure scondite e ancora insalata. La dieta vegana è quanto di più insipido e triste la mente umana possa concepire a tavola, e questo è un dato di fatto. Tutte quelle verdure, poi, sono un affronto per chiunque si consideri “una buona forchetta”, condannato a combattere con i morsi della fame a qualsiasi ora del giorno (e della notte, ovviamente).
Realtà: La dieta vegana è ricca e varia, e se è vero che le verdure occupano uno spazio importante nel piatto “veggy”, è anche vero che sono e devono essere accompagnate da altri ingredienti. Cereali e legumi ma anche semi oleosi, frutta e frutta secca non devono mai mancare sulla tavola di un vegano, ma non solo. Di certo, quindi, una persona vegana non è condannata a morire di fame, ma ha a disposizione una grande varietà di alimenti tra cui scegliere. Con le nostre idee per 10 condimenti 100% vegetali deliziosi, poi, tutto assumerà un gusto ancora più speciale, scommettiamo?
Solo i ricchi possono essere vegani
Pregiudizio: Quella vegana è una moda e questo è assodato. Scegliere di non mangiare determinati alimenti è un capriccio momentaneo e in quanto tale si paga a caro prezzo. Gli alimenti vegani costano molto, e spesso molto di più dei “corrispettivi onnivori” e ovviamente sono solo le persone ricche a poterseli permettere.
Realtà: Se è vero che i piatti pronti vegani – come burger, polpette o sughi – non sono economici, è anche vero che la dieta vegana non può (e non deve!) basarsi su di essi. Si tratta di preparazioni da inserire di rado nella propria dieta, così come alimenti quali tofu, seitan o tempeh che sono ottimi complementi nell’alimentazione 100% vegetale ma che di certo non ne costituiscono la base. Gli alimenti “principi” dell’alimentazione vegan sono frutta e verdura, cereali e legumi, che di per sé sono meno costosi rispetto a carne, latte (e derivati) e uova. In più, con i nostri consigli per un menu vegano low-cost, è possibile risparmiare ulteriormente!