“Figli sani col cibo naturale”: Luciano Proietti ci spiega come in 7 punti
Possiamo crescere i nostri figli con una dieta a base vegetale? La risposta (sì) e tanti consigli su come farlo consapevolmente nell’ultimo libro del pediatra Luciano Proietti.
“È importante nutrirsi di cibi vitali, naturali, genuini e soprattuto prendere coscienza: se si vuole garantire un’alimentazione sana al proprio figlio fin dall’inizio, se si vuole stabilire un rapporto diretto con il bambino, che è ‘natura’, è importante scegliere il modo in cui si desidera alimentare e accudire il proprio bambino o la propria bambina”. Parte da questa riflessione sulla consapevolezza di quello che ogni giorno siamo portati, da genitori, a offrire come cibo ai nostri bambini “Figli sani col cibo naturale”, il nuovo libro del pediatra Luciano Proietti.
Poco meno di 200 pagine per fare ancora una volta il punto sul vegetarismo come scelta naturale, perché fisiologica, di promozione della salute e di investimento sociale sin dalla primissima infanzia a partire dall’esperienza trentennale di uno dei medici italiani pionieri negli studi sull’alimentazione a base vegetale in età pediatrica. Un volume agile che, spiega Proietti nell’introduzione, punta a fornire alle famiglie che vogliano escludere gli alimenti di origine animale dalla propria alimentazione informazioni teoriche sia di carattere scientifico-nutrizionale che antropologico unite a una serie di indicazioni pratiche con menu e ricette per tutti i giorni curate da Valeria Shanti Casonato. Ecco, allora, una selezione degli argomenti più interessanti affrontati da Proietti per compiere questa scelta in maniera ancora più consapevole.
1 – Attenzione agli equilibri nutrizionali
È l’aspetto principale da tenere sempre e comunque in considerazione quando si parla di alimentazione nell’infanzia: in questo periodo della vita, e in modo particolare durante la gravidanza e lo svezzamento, tra i 6 e i 12 mesi, bisogna porre particolare attenzione perché nei bambini l’equilibrio nutrizionale è più delicato rispetto a quello degli adulti per cui può essere più facile andare incontro a squilibri e carenze. Ma ciò, ricorda Proietti, riguarda anche e soprattutto le diete tradizionali onnivore. In modo particolare, mette in guardia il pediatra, a costituire il pericolo maggiore sono gli effetti sul lungo periodo dell’eccesso di cibo. E ricorda, ancora una volta citando l’American Academy of Pediatrics, che “le diete vegetariane valide forniscono alimenti in configurazione adeguata, ma senza eccessi di energia, proteine, grassi, minerali, vitamine, fibre e acqua. Esse soddisfano le esigenze di crescita e sviluppo del lattante o del bambino, sono appropiate per l’età e soddisfano qualunque altro fabbisogno particolare della salute nel singolo soggetto pediatrico”.
2 – Bambini biologicamente vegani
La struttura della nostra bocca e dei denti, il modo in cui il nostro stomaco e l’intestino digeriscono il cibo che mangiamo, la fisiologia stessa delle digestione: come ci ricorda Proietti, “in base a particolari di anatomia e fisiologia comparata, l’uomo non è né un carnivoro, né un erbivoro, né un onnivoro: le sue caratteristiche morfologiche e funzionali lo classificano, come del resto tutti i primati, tra i frugivori, ossia mangiatori di semi, frutti, radici in prevalenza assoluta, con assunzioni limitate di foglie verdi e insetti”. A maggior ragione per quanto riguarda i bambini, l’alimentazione basata sul consumo di latte e cibi vegetali dovrebbe essere quella raccomandata nei primi 2-3 anni vita proprio perché la più fisiologica e quindi la più salutare.
3 – Quale latte?
Come già nel più conosciuto dei suoi libri, “I primi 100o giorni”, Proietti torna sul tema dell’allattamento e del consumo di latte nei bambini e negli adulti ricordando come in natura il latte prodotto dalle ghiandole mammarie dei mammiferi dopo il parto sia diverso per i diversi tipi di mammiferi in funzione delle necessità nutrizionali e di crescita dei diversi cuccioli. Per questo, nessun mammifero tranne l’uomo consuma il latte di un’altra specie né continua a bere latte oltre il periodo dell’allattamento perché una volta svezzato è in grado di cibarsi degli alimenti per i quali è biologicamente adatto. Rifacendosi ancora una volta a studi comparati di anatomia e fisiologia, il pediatra ci ricorda che il latte, proprio “per le sue caratteristiche di composizione è, e dovrebbe rimanere, un cibo peculiare della prima età e specie-specifico”.
4 – La vitamina B12
Il libro passa in rassegna le principali questioni nutrizionali connesse ai diversi tipi di nutrienti nell’alimentazione pediatrica soffermandosi in modo particolare sul tema della vitamina B12. Per quanto riguarda la “vitamina più importante per i vegetariani”, ricorda Proietti, nei bambini il rischio di carenza maggiore è presente per lo più nel lattante allattato al seno da madre vegana da almeno due anni e che non assuma integratori. Per questo, “è fondamentale assicurare al lattante, almeno nei primi due anni di vita, una fonte sicura e certa di vitamina B12”. Per i vegani, anche successivamente è importante che ci sia un’integrazione certa di vitamina B12 garantita dai supplementi della vitamina e, per i lattanti, dal latte di soia fortificato e adattato.
5 – Il ferro
Se il bambino è “biologicamente vegano” fino ai 2-3 anni di vita, perché allora si dà loro la carne già dal 5°/6° mese? Proietti fa il punto sul delicato momento dello svezzamento, con una serie di consigli pratici legati all’introduzione dei diversi tipi di alimenti, e si sofferma sull’annosa questione del ferro. L’introduzione precoce della carne nell’alimentazione dei bambini può essere ricondotta, spiega il pediatra, agli anni Cinquanta quando con la pratica di uno svezzamento precoce si rese necessario introdurre nell’alimentazione dei più piccoli cibi con quantità di ferro biodisponibili, quali appunto la carne. Ma oggi, grazie alla sana pratica dell’allattamento al seno consigliato dall’Oms almeno fino al sesto mese o all’impiego di latte adeguatamente formulato in mancanza del latte materno, il rischio di carenza di ferro è venuto meno ma non l’abitudine di somministrare ai bambini carne sin dalle primissime pappe solide.
6 – Sì al biologico
Il consiglio del pediatra è di prediligere per i più piccoli cibi provenienti da coltivazioni biologiche in grado di assicurare maggiori quantità di vitamine e minerali e un miglior sapore. Ricorrere ai cibi biologici “vuol dire alimentarsi con cibi semplici, poco o niente elaborati: introdurre “benzina pulita” nel nostro motore è la premessa per mantenere una buona salute fisica e mentale”.
7 – Gli errori più frequenti
Proietti fa, infine, il punto sugli errori che più facilmente si commettono nei primi anni di vita del bambino, dall’eccesso di consumo di carne e formaggio all’introduzione di latte vaccino (e anche di bevande a base vegetale invece del latte Formula in assenza del latte materno) soffermandosi sul consumo del “cibo spazzatura” e sul consumo di biscotti e zucchero (è Franco Berrino nell’introduzione a ricordare che almeno fino ai 2 anni i bambini non dovrebbero consumare zucchero e che successivamente lo zucchero non dovrebbe costituire più del 5% del totale delle calorie consumate). Particolare attenzione, sottolinea Proietti, va posta dopo i 2/3 anni di vita quando l’alimentazione del bambino diventa più libera e i condizionamenti sociali fanno sì che i genitori siano in qualche modo “più indulgenti” con cibi non propriamente sani. Eppure, ci ricorda in molti passaggi del libro Proietti, al di là delle spiegazioni legate alla fisiologia e, dunque alla naturalità della scelta vegetariana anche per i più piccoli, tale opzione rappresenta non solamente “un investimento di salute per la società futura” in termini di prevenzione, ma in senso più ampio può rappresentare “una fonte di riflessione da parte del bambino (e della società tutta) sull’importanza del rispetto di sé stessi, della vita e dell’ambiente”.
Luciano Proietti
Figli sani con il cibo naturale
Edizioni Sonda
euro 15,00