Plastica in mare anche al Polo Nord: le immagini shock di un ricercatore italiano
Ci sono i rifiuti anche al Polo Nord. Sembra una sorta di incubo ma è la realtà documentata da Franco Borgogno, ricercatore italiano, che ha scattato terribili immagini durante la spedizione High North 18.
Franco Borgogno non è un neofita del mare artico. Lo scorso anno ha pubblicato un libro, Un mare di plastica edito da Nutrimenti, nel quale raccontava la sua esperienza di ricerca durante la spedizione High North 17 a bordo della nave Alliance. Ciò che lo aveva maggiormente sconvolto, racconta nell’introduzione al volume, era tutto quello che non aveva visto fra quei panorami incredibili ossia le micro particelle di plastica la cui densità in acqua era davvero fuori dal comune. Ma quest’anno il giornalista e ricercatore (lavora allo European Research Institute) ha dovuto ricredersi perché nella spedizione successiva, la High North 18, conclusasi poche settimana fa, il problema è stato l’opposto, ossia ciò che ha potuto vedere ad occhio nudo: pezzi di plastica galleggianti nel mare o intrappolati nel ghiaccio. E’ la prima volta che accade.
Una scoperta terribile che sembra confermare, se mai ce ne fosse il bisogno, la grave situazione di intossicazione da plastica che il nostro pianeta (i nostri mari, in particolare) stanno subendo, anno dopo anno. Non si tratta più, quindi, solamente di frammenti dalle dimensioni micro millimetriche (in ogni caso molto pericolosi, perché entrano a far parte della catena alimentare della fauna dei luoghi) bensì, questa volta, di macro plastiche che sono comparse ad un solo anno di distanza dall’ultima spedizione di ricerca. Insomma, ci sono i rifiuti al Polo Nord: una cosa inimmaginabile.
Questa plastica arriva attraverso le correnti dall’Atlantico, dal mare di Barents e dal mare di Kara. Un paradiso che stiamo contaminando velocemente e senza nessuna consapevolezza. Franco Borgogno racconta che l’immagine più terribile che ha avuto sotto gli occhi (e davanti all’obiettivo della macchina fotografica) è stata quella di un uccello marino tipico dei paesaggi artici, un uria di Brünnich, che cercava di becchettare un pezzo di cima rimasto in acqua (foto qui sotto).
Franco, ai microfoni di Vegolosi.it chiosa così le sue immagini: “Tre settimane di spedizione in Artico, fino alla banchisa di ghiaccio, mi hanno permesso di ammirare tutta la meraviglia – anche insospettabile – della natura estrema ma anche di vedere e documentare per la prima volta al mondo la presenza di plastiche di grandi dimensioni anche lì. L’ennesimo segnale di un allarme che non possiamo più trascinare”.