World Cancer Research: nuove linee guida su carne rossa e lavorata
Le linee guida 2018 sono chiare: per prevenire il cancro è fondamentale ridurre il consumo di carne rossa ed evitare quella lavorata, ma anche di alcol e cibi ricchi di grassi e zuccheri.
Limitare il più possibile il consumo di carne rossa e lavorata e seguire una dieta ricca di cereali integrali, frutta, verdura e legumi: queste sono alcune tra le nuove raccomandazioni per la prevenzione dei tumori stilate dal World Cancer Research Fund (WCRF), organizzazione scientifica internazionale che si occupa di studiare il collegamento tra alimentazione, stile di vita e insorgenza di tumori. Secondo l’AICR, una tra le più importanti associazioni di ricerca contro il cancro a livello mondiale, nel 2012 ci sono stati più di 14 milioni di nuovi casi di cancro nel mondo, seguiti da 8 milioni di morti causate da queste patologie.
Ma non basta: il parere degli esperti è che l’incidenza del cancro sia destinata ad aumentare nel prossimo futuro, arrivando a 21 milioni di malati e 13 milioni di morti entro il 2030. “Il cancro può colpire chiunque – spiegano – ma alcune persone sono più a rischio di altre. Esistono fattori esterni che influenzano l’insorgenza di questa malattia, tanto che si stima che il 30/50% dei casi siano evitabili tramite la prevenzione“.
Alimentazione e tumori: meno carne rossa e lavorata, più movimento e alimenti vegetali
Le linee guida stilate dal WCRF sono chiare: quello che mangiamo è strettamente collegato all’insorgenza di vari tipi di tumore, tanto che la maggior parte delle raccomandazioni riguardano proprio questo punto. Tra queste, sicuramente spicca quella sulla carne rossa e lavorata: per la prima, gli esperti raccomandano di non superare le tre porzioni a settimana (che corrispondono a 350-500 grammi da cotta), mentre per la seconda il consiglio è di “consumarne pochissima, se non eliminarla del tutto“.
Per fare chiarezza, gli specialisti ricordano che per carne rossa si intendono tutti i tipi di carne di mammiferi, quindi anche manzo, vitello, maiale, agnello, capra, montone e cavallo. Per carne lavorata, invece, si intende tutta la carne trasformata attraverso processi quali la salagione, la fermentazione e tutti quelle lavorazioni volte a migliorarne il sapore e allungarne i tempi di conservazione. Fanno parte di questa categoria, quindi, prosciutto, salame, bacon e alcune tipologie di salsicce. Ma non è tutto: gli esperti sottolineano che “numerose evidenze scientifiche collegano il consumo di carne rossa e lavorata anche al rischio di morte per malattie cardiovascolari, ictus e diabete di tipo 2“.
Da limitare anche il consumo di bevande zuccherate e cibi “da fast food”, così come gli alimenti lavorati ricchi di grassi, zuccheri e amido. Questo perché, spiegano gli esperti, è importante rimanere in forma ed evitare di prendere peso, specialmente in età adulta: a questo proposito il consiglio è proprio di praticare attività sportiva moderata, evitando le abitudini tipiche delle persone sedentarie, come trascorrere molte ore davanti alla televisione. Per finire, gli esperti del WCRF ricordano che anche le bevande alcoliche – anche in piccole quantità – sono associate all’insorgenza di alcune tipologie di cancro, specialmente quello al rene; la raccomandazione, ancora una volta, è quella di limitarne il consumo, se non addirittura evitarlo completamente.
Insomma, linee guida chiare e semplici, ma gli italiani a che punto sono? Secondo l’AICR nel nostro paese si consuma troppa carne, circa il triplo rispetto a quella suggerita dalle linee guida. Se la quantità da non superare in una settimana sono circa 500 grammi, gli italiani ne consumano infatti 200 g ogni giorno.