Università di Oxford: “Scelta vegana salverebbe 8 milioni di persone”
Che cosa succederebbe se le abitudini alimentari mondiali fossero più sane?
Uno scenario decisamente improbabile ma dati molto convincenti; l’Università di Oxford ha condotto una ricerca dedicata all’impatto delle scelte alimentari mondiali su tre aspetti: salute, spese mediche pubbliche e sulle emissioni di gas serra. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pnas.
La scelta vegana e l’impatto sulla salute
I ricercatori hanno elaborato quattro diversi scenari, uno in cui si mantengano le attuali tendenze in termini di dieta (con consumi eccessivi di carne), uno in cui si limiti la carne a 300 grammi a settimana aumentando l’apporto di frutta e verdura, uno strettamente vegetariano ed uno vegano.
The food system is responsible for more than a quarter of all greenhouse gas emissions while unhealthy diets and high body weight are among the greatest contributors to premature mortality – Dr. Marc, Department of Zoology, University of Oxford
I risultati pubblicati sono chiari: è la scelta 100% vegetale che garantirebbe un maggior risparmio in termini di vite umane il tutto legato ai decessi per malattie cardio vascolari, tumori e danni legati all’obesità. L’assunzione eccessiva di proteine animali è un dato di fatto in molte aree del mondo fra le quali la stessa Europa e l’Italia.
Le cifre stimate sono impressionanti: 8,1 milioni i decessi evitati entro il 2050 che corrispondono a 129 milioni di anni di vita, con una scelta vegana; 7,3 milioni le vite salvate con la scelta vegetariana, mentre 5,1 milioni sarebbero le morti in meno anche solamente seguendo le linee guida alimentari internazionali che fanno riferimento alla dieta mediterranea.
Secondo la ricerca le regioni del mondo più colpite dal fenomeno di una dieta squilibrata a favore della carne e dei suoi derivati sono l’America Latina e il sud est asiatico, area quest’ultima in cui una diminuzione dei consumi di carne di soli 300 grammi a settimana porterebbe ai risultati migliori.
Livestock contributes to nearly two thirds of agricultural greenhouse gas (GHG) emissions, and 78% of agricultural methane emissions. FAO
Le emissioni di gas serra
Lo studio targato Oxford mette sul piatto della bilancia anche il tema dell’impatto ambientale delle nostre scelte alimentari. Ormai chiaro come pochi altri dati quello relativo al peso che la produzione massiva di carne ha sull’ambiente in termini di emissioni di gas serra fra i quali il metano il cui aumentato rilascio nell’atmosfera è da attribuire al numero incredibile di animali “da allevamento” presenti sul nostro pianeta e alle loro attività biologiche. Ecco i dati riportati nello studio: riduzione del 63% di emissioni gas serra sarebbe legato alla scelta vegetariana, del – 70% per quella vegana, mentre per quella “moderatamente carnivora” si stima una riduzione del 30%.
I dati sono stati più volte presentati anche dalla FAO che sul suo sito segnala come prima tra le cause che provocano il cambiamento climatico l’emissione di gas serra (due terzi del totale) e di metano (il 78%) generate dagli allevamenti intensivi. Un dato già allarmante è reso ancor più drammatico dalle stime per il futuro.