MasterChef Junior Spagna: un bambino obbligato ad uccidere un’anguilla
Un piccolo concorrente e un’anguilla: dovrà ucciderla per non perdere la sua sfida. Ecco che cosa è successo
Si chiama Juan Antonio, ha dieci anni ed è uno dei più promettenti concorrenti di MasterChef Junior Spagna. E’ a lui che nella puntata del 27 dicembre scorso è toccato il compito di uccidere un’anguilla, ingrediente misterioso della box segreta dedicata ai concorrenti per la periodica sfida durante il programma.
La scena non è passata inosservata anche nella pagina del programma non ha mancato di scatenare polemiche. Anche se non sono di certo la maggioranza, molti spettatori si sono lamentati, specificando che il messaggio lanciato dalla trasmissione non è di certo edificante. “Obbligare un bambino ad uccidere un animale vivo, non è educativo, avete sbagliato”, commenta una telespettarice nel post dedicato alla “divertente battaglia fra Juan Antonio e l’anguilla”.
Il ragazzo non ha affrontato serenamente la sfida, questo è certo: sulle prime non aveva nessuna intenzione di procedere con l’uccisione dell’animale, anche se più per paura che non per empatia verso l’animale. “Ma qui abbiamo ingredienti freschissimi” ha spiegato uno degli chef tutor, Jordi Cruz. Juan Antonio ha gridato più volte “No, non lo faccio, è viva, mi morde“, ma “grazie” al sostegno dei maestri, alla fine ha proceduto mozzando la testa all’animale e iniziando a pulirlo per poi cucinarlo per la sua sfida culinaria. Non è la prima volta che ai concorrenti della trasmissione viene chiesto di operare una macellazione in diretta: era accaduto con un’aragosta viva e con una tartaruga (nel format in Tailandia).
L’episodio riporta a galla la questione dell’ipocrisia culinaria che si cela dietro i cibi già pronti che, in un certo senso nascondono, la loro reale provenienza (animali uccisi) ma anche il tema del messaggio ai più piccoli che viene veicolato tramite trasmissioni come questa: uccidere un animale viene spiegato come una sorta di necessità e di gioco, una sfida al coraggio del bambino. Insomma se sei un vero professionista (o vuoi diventarlo) devi metterti in gioco e mettere da parte la tua naturale volontà di non uccidere. In particolare nei bambini, come spiegano numerosi libri e teorie pedagogiche, il legame con gli animali è molto forte perché legato al mondo immaginario e animistico che li accompagna per molti anni: a maggior ragione queste immagini sembrano davvero difficili da digerire.