Agnelli e capre picchiati e gonfiati con il compressore: questo scempio deve finire
Ennesimo scempio, ennesima denuncia di Animal Equality: una petizione chiede che le regole cambino, subito.
ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI
Sembra non esserci fine: l’orrore e lo sgomento sembrano non toccare il fondo di questo tunnel nel quale ogni giorno pare di scavare sempre più a fondo. Siamo a Viterbo in un macello di agnelli e pecore nel quale l’associazione in difesa degli animali Animal Equality ha posto delle videocamere nascoste: le immagini sono agghiaccianti.
Gli animali non solo vengono picchiati senza motivo dagli addetti per condurli all’interno del macello, strattonati, umiliati, ma in più vengono finiti senza essere storditi: una cosa permessa da una deroga del regolamento Europeo nel caso di situazioni legate a rituali religiosi. Una deroga che, va chiarito, è stata già abolita in Svezia, Danimarca, Polonia e Belgio. Gli animali, infine, ancora coscienti, vengono gonfiati con un piccolo taglio fra la zampa e lo zoccolo con un compressore affinché la pelle si stacchi dai muscoli più facilmente nella seconda fare di macellazione.
“Questo atteggiamento disumano è incentivato sia dall’assenza di controlli severi, – spiega in una nota stampa Animal Equality – sia dalla mancanza di conseguenze penali concrete per maltrattamento animale: al momento esistono solo sanzioni amministrative per chi viola le prescrizioni sulle procedure di macellazione, che nei casi più gravi prevedono una pena pecuniaria del tutto irrisoria di euro 6.00o”. Una multa quindi, solo una multa per disincentivare l’orrore che si crea dietro le pareti dei macelli. Completamente nascosta se non fosse per le associazioni che denunciano quello che accade. L’azienda, spiega sempre l’associazione, ha chiuso nel frattempo ma solamente perché andata fallita ma intanto i responsabili sono stati denunciati da Animal Equality.
L’associazione lancia una petizione diretta in particolare ai Ministri Maurizio Martina e Beatrice Lorenzin, affinché siano introdotte al più presto pene incriminatrici per il maltrattamento degli animali durante le fasi di stordimento e abbattimento e perché venga rinforzato il sistema di controlli atti a identificare e denunciare qualunque forma di violazione. A tal fine, viene richiesta anche l’installazione obbligatoria di telecamere a circuito chiuso in tutte le strutture di macellazione. La petizione domanda inoltre che venga abolita, in via graduale ma definitiva.