“Smettete di mangiare pollo, piuttosto manzo”, la campagna shock di Ball
“Un essere umano medio mangia più polli in sei mesi di quanti manzi mangerà nell’intero corso della sua vita”
“Smetti di mangiare pollo, non importa che cosa mangerai al suo posto”. Matt Ball è attivista vegano da moltissimi anni, ma la nuova campagna “One step for animals” ha lasciato tutti a bocca aperta. L’idea di Bell, raccontata perfettamente nel sito dedicato, è semplice: dato che nonostante i decenni di attivismo e comunicazione dedicati agli orrori degli allevamenti intensivi, ai danni al pianeta e alla salute, il consumo di carne negli Stati Uniti non diminuisce (secondo i dati riportati da Bell stesso) significa che qualcosa non sta davvero funzionando. Allora bisogna procedere per piccoli passi, per cercare di modificare le abitudini un po’ per volta.
Ma perché Ball punta sulla carne di pollo? Per il semplice fatto che è questa la carne più consumata in assoluto negli Stati Uniti e allora è da lì che bisogna iniziare: “Un essere umano mangia più polli in sei mesi di quanti manzi mangerà nell’intero corso della sua vita” spiega Bell, quindi piuttosto che non cambiare nulla, cambiamo le abitudini più dannose. One Step for Animal è quindi una nuova associazione che l’attivista americano ha deciso di mettere in piedi per cambiare la comunicazione del movimento animalista: “Nessuno mangia carne perché gode nel fare del male agli animali – spiega Bell in un video pubblicato da Vox – ma semplicemente per abitudine, inoltre spesso e volentieri i vegani vengono visti solamente come fanatici“.
Allora ecco la proposta di Ball: spingiamo gli americani a smettere di mangiare pollo per cambiare le cose, anche se significa continuare a mangiare manzo. La verità è che, nonostante lo slogan decisamente forte, la campagna spiega chiaramente nei suoi depliant che cosa accade in tutti gli allevamenti, non solo quelli dei polli, ma fornisce anche perfette istruzioni sulle alternative vegetali alla carne fra sostituiti a base di tofu, seitan e mopur, passando per legumi, frutta secca e semi oleosi.
Pare quindi che l’obiettivo sia chiaro: evitare di prendere “di petto” la comunicazione sull’alimentazione e iniziare, passo passo, a spiegare che senza carne (di pollo) si può vivere benissimo, anzi meglio. Bisogna solo sperare che non accada quello che si teme ossia una sola transizione dalla carne di pollo a quella rossa, o di pesce come è accaduto in Italia secondo l’ultimo rapporto Coop: a fronte di una diminuzione del consumo di carne del 13% si è assistito ad un aumento del 77% del consumo del pesce.