Mangiare avocado distrugge le foreste del Messico
Il Messico è il principale produttore di avocado, sempre più richiesto nel mondo. La sua coltivazione, però, ha un forte impatto ambientale
La “fame di avocado” degli ultimi tempi è un rischio per le foreste del Messico. Sono decine i libri che ne parlano, tante le ricette che circolano sul web per consumarlo al meglio e ad Amsterdam hanno perfino deciso di dedicargli un ristorante monotematico. Insomma, l’avocado è un frutto esotico che piace davvero a tutti e ultimamente è sempre più ricercato, in ogni parte del mondo: anche in Italia è possibile trovarlo in abbondanza in ogni supermercato, ma qual è l’impatto ambientale di questo boom produttivo?
Messico, rischio deforestazione per produrre avocado
Il Messico è uno dei maggiori produttori ed esportatori di avocado a livello mondiale: una coltura redditizia – spesso, purtroppo, in mano alla malavita – che frutta oltre 100 milioni di dollari all’anno, tanto che l’avocado è noto in queste zone anche come “oro verde”, in virtù della grande richiesta da parte dei paesi occidentali. Secondo uno studio pubblicato sul quotidiano “The Guardian” e condotto da Mario Tapia Vargas – ricercatore presso l’Istituto Nazionale del Messico per la silvicoltura – la coltivazione di avocado “costa” però 690 ettari di terreno all’anno, sottratti alla foresta locale. Non è possibile coltivare avocado in altre zone, perché i pini della foresta e le piante di avocado vivono alla stessa altitudine; essendo questi frutti molto richiesti nel mondo, la popolazione sceglie di sottrarre spazio e terreno alla foresta per coltivarli, a discapito della fauna e della flora locale. Secondo Greenpeace Messico, infatti, dal 1990 a oggi è andato perduto quasi il 40% delle foreste di pini e querce in Messico, e anche la sopravvivenza delle farfalle monarca – una specie locale che necessita del clima della foresta per svernare e accoppiarsi – è in pericolo.
Ma non è tutto: gli alberi di avocado hanno bisogno di una grande quantità di acqua per sopravvivere, circa il doppio rispetto a quella richiesta da querce e pini. Questo implica, naturalmente, un grande impiego di risorse idriche non solo a scapito della popolazione locale, ma anche del resto della vegetazione autoctona oltre che delle specie animali. A tutto questo va aggiunto anche l’utilizzo massiccio di pesticidi e fertilizzanti nelle coltivazioni di avocado, che stanno a dir poco avvelenando l’ambiente circostante. Anche Greenpeace Messico ha detto la sua sull’argomento, affermando che “la deforestazione accelerata causata dalla sostituzione di foreste per piantare frutteti di avocado è ancora più preoccupante in un contesto di cambiamento climatico“. Secondo uno studio citato dall’associazione, infatti, anche solo un aumento medio della temperatura globale di 2 gradi all’anno e una diminuzione del 10% delle precipitazioni potrebbero causare variazioni del 50% del territorio messicano già compromesso dalla coltivazione di avocado, a danno dell’intero ecosistema locale.
Le autorità messicane – spinte anche dall’allarme in atto – sono già in azione per cercare una soluzione a questo grave problema ambientale, mentre gli agricoltori si stanno attrezzando per una coltivazione più sostenibile.
Vegetariani e vegani a basso impatto ambientale: “producono” meno C02