Mangiare meno carne per salvare l’ambiente: lo studio indiano
Secondo uno studio, mangiare meno carne favorendo il consumo di vegetali riduce l’emissione di gas serra e lo spreco di risorse idriche
Anche piccole modifiche alla propria alimentazione a base di carne rossa potrebbero servire per ridurre le emissioni di gas serra e il consumo di acqua. Questo quanto è emerso da uno studio pubblicato recentemente su “The Lancet Planetary Health”. La ricerca è stata condotta in India ed è basata, naturalmente, sulle abitudini alimentari della popolazione locale; secondo i ricercatori, infatti, un cambiamento alimentare anche minimo nel paese potrebbe ridurre in maniera significativa l’uso di acqua nel Paese e aiutare la nazione a sfamare la popolazione locale da qui al 2050. Ma questi risultati, al di là dei dati specifici, sono interessanti per tutti noi: estendendoli a livello globale, infatti, è chiaro che ridurre il consumo di carne potrebbe essere la chiave di volta per giungere a un consumo idrico più consapevole e soprattutto per arrestare i cambiamenti climatici.
La ricerca e i benefici per l’ambiente
Lo studio è stato condotto prendendo in considerazione i cinque modelli alimentari più diffusi in India:
- dieta prevalentemente a base di riso
- dieta a base di riso e frutta
- dieta a base di frumento, legumi e verdura
- dieta a base di frumento, riso e olii
- dieta a base di riso e carne
I dati emersi dallo studio (riportati in tabella) analizzano l’impronta idrica e le emissioni di gas serra legate a queste abitudini alimentari pro capite. Come si può vedere, la dieta a base di carne e riso non è tra le più caloriche in assoluto (l’introito calorico giornaliero, infatti, è inferiore a quello fornito da una dieta a base di riso e legumi, per esempio) ma risulta essere quella maggiormente inquinante con i suoi 3.33 kg di anidride carbonica al giorno.
L’impronta idrica, a cui si fa riferimento nello studio rappresenta la quantità di acqua utilizzata per l’irrigazione durante la produzione dei diversi alimenti; nel caso della carne, stima la quantità di acqua utilizzata per l’irrigazione dei mangimi, oltre che quella impiegata direttamente per abbeverare gli animali; non si cita però l’acqua necessaria alla manutenzione degli allevamenti e quella utilizzata per la macellazione. Dalla ricerca, quindi, sembrerebbe che il consumo di carne comporti un minor spreco di risorse idriche, anche se questo risulta in contrasto con diverse ricerche, oltre che con quanto affermato nel documentario Cowspiracy. Ma ciò sui cui i ricercatori indiani puntano la propria attenzione è il cambiamento alimentare: sarebbe sufficiente aumentare il consumo di frutta di 51,5 grammi al giorno e di vegetali di 17,5 grammi al giorno, insieme a una riduzione del consumo di pollame di 6,8 grammi al giorno, per ridurre del 30% il consumo di acqua (vedi tabella in basso).
I benefici per la salute
Gli studiosi, però, al di là della questione ambientale hanno voluto soffermarsi anche sugli effetti benefici che un cambio di alimentazione può avere sull’organismo: “Abbiamo valutato l’effetto della di una diminuzione del consumo di carne rossa (soprattutto montone in India) associato all’aumento di frutta e verdura, con i seguenti risultati: ritardi nella progressione di disturbi e malattie cardiaci, ictus, diabete di tipo 2, e diversi tipi di tumore dopo il cambio di alimentazione”, affermano.
Questo studio, quindi, “dimostra come la dieta possa essere ottimizzata per migliorare sia la salute umana che quella dell’ambiente” dichiarano gli autori. Risultati importanti, che tutti noi dovremmo tenere in considerazione, soprattutto pensando che secondo gli esperti il 70% delle guerre del futuro scoppieranno per la mancanza di acqua, ma anche che gli allevamenti – oltre a essere un “disastro globale” per inquinamento e sfruttamento idrico – minacciano perfino la biodiversità.