Jean Jacques Rosseau: “Animali senzienti e sensibili, devono avere diritti”
Una serie di riflessioni nelle sue opere rende Rosseau uno tra i filosofi fondatori del concetto di “diritti animali”
Filosofo e scrittore svizzero vissuto nel 1700, Jean Jacques Rosseau si interrogò a lungo sul rapporto tra l’uomo e gli altri esseri viventi: il suo pensiero e le sue opere lo collocano tra i fondatori del concetto di “diritto animale”. Per prima cosa, nel suo “Discorso sull’ineguaglianza”, egli concede agli animali la possibilità di avere delle idee, seppure in maniera diversa e inferiore rispetto all’uomo; questo, è da chiarire, era nettamente in contrasto con quanto affermato dalla filosofia a lui contemporanea. Ma ciò che avvicina maggiormente Rosseau al concetto di “diritto animale” è la sua idea riguardo alla capacità degli animali di provare dolore: egli, infatti, sosteneva che gli animali dovrebbero far parte del diritto naturale, non perché razionali come l’uomo, ma perché esseri sensibili e senzienti capaci di provare piacere, dolore e sofferenza al pari dell’uomo; questo, secondo il filosofo ginevrino, dovrebbe bastare per far sì che gli animali possiedano dei diritti ma soprattutto perché non siano maltrattati inutilmente.
Jean Jacques Rosseau, filosofo vegetariano
Non è un caso, quindi, che Rosseau fosse un aperto sostenitore della dieta vegetariana e che considerasse il procurare sofferenza a qualsiasi altro essere vivente un gesto estremo giustificato solamente “in quelle occasioni legali in cui è in gioco la sopravvivenza ed è costretto a darsi la preferenza”, come scrisse ne “Il contratto sociale” del 1762. Gli stessi animali, secondo il filosofo, sono in grado di provare compassione ed è questo il motivo per cui ne meritano altrettanta da parte dell’uomo: “Pensiamo alla tenerezza delle madri per i loro figli – scrive sempre ne “Il contratto sociale” – e ai pericoli che affrontano per salvarli nei momenti di difficoltà. È poi ben noto che i cavalli mostrino una certa riluttanza a calpestare i corpi viventi. Gli animali non passano mai sopra il cadavere di un altro della loro specie: ci sono perfino alcuni che danno ai compagni una sorta di sepoltura; mentre i muggiti lugubri del bestiame, quando entrano nel macello, mostrano ciò che gli animali provano di fronte allo spettacolo orribile che li riunisce”. Una scelta etica quella dello scrittore, che lo portò a compiere gesti forti: si racconta, per esempio, che di fronte a una zia grande consumatrice di carne, avesse posto in tavola una gallina viva accanto a un coltello, invitando la donna a uccidere personalmente l’animale se avesse voluto cibarsene.
Bambini e carne, per Rosseau un rapporto controverso
Il pensiero di Rosseau ha toccato anche un argomento molto delicato, ovvero il rapporto tra bambini e consumo di carne: nel suo trattato sull’educazione umana intitolato “Emilio, o dell’educazione“, egli si sofferma ad analizzare l’innata repulsione dei più piccoli verso la carne, a cui spesso preferiscono alimenti vegetali. Secondo il filosofo le mamme dovrebbero prestare molta attenzione nel cambiare questo gusto naturale e rendere i bambini mangiatori di carne, per il bene della loro salute ma soprattutto per il loro carattere: egli infatti sostiene che i grandi mangiatori di questo alimento siano di solito sono più crudeli e feroci degli altri uomini. “Gli inglesi sono noti per la loro crudeltà – scrive – mentre i Gauri sono i più delicati degli uomini. Tutti i selvaggi sono crudeli […] e la loro crudeltà è il risultato del loro cibo. In Inghilterra i macellai non sono autorizzati a testimoniare, al pari dei chirurghi”. Affermazioni sicuramente forti, che oggi appaiono anacronistiche e inesatte – dal momento che Rosseau considerava come alimento vegetale prediletto dai bambini anche il latte vaccino – ma che comunque ebbero un’ampia eco in tutta Europa.
Filosofi e diritti animali: una storia lunga millenni
Contrariamente a ciò che molti pensano, la dieta “veg” non è affatto una moda degli ultimi anni, ma affonda le proprie radici nella storia: oltre a Rosseau, anche Voltaire riteneva che fosse barbaro far soffrire gli animali, ma ancora prima di loro Plutarco – ben 1900 anni fa! – rifletteva sulla supremazia umana sugli animali e sosteneva che mangiare carne non fosse naturale per l’uomo. Nel corso del tempo molti filosofi si sono interessati alla questione del diritto animale, fino ai giorni nostri: da Peter Singer, profeta della liberazione animale, a Tiziano Terzani a cui va il merito di averci lasciato una nuova visione del mondo, senza dimenticare Tom Regan, padre dei diritti morali degli animali.