Gary Yourofsky dice addio ai social: “Essere vegano è agrodolce”
Noto soprattutto grazie alla rete, l’attivista americano Gary Yourofsky ha scelto di abbandonare i social e il suo attivismo controverso
“Il mio serbatoio è ormai completamente vuoto, quindi non sarò più attivo online ma mi limiterò ad aiutare gli studenti impegnati in progetti per i diritti degli animali e a rispondere alle email delle persone che stanno iniziando il loro viaggio vegan”. Così Gary Yourofsky, noto e discusso attivista statunitense per i diritti degli animali, si congeda dal web in quello che lui stesso definisce il suo ultimo post sui social media.
Il motivo di questa rivelazione ha scioccato quanti in questi anni hanno trovato nell’attività di Gary – impegnato in campagne di sensibilizzazione dal forte impatto emotivo sia online che attraverso conferenze in giro per il mondo – uno spunto di riflessione o uno sprone verso il cambiamento: l’uomo ha spiegato che 20 anni di faccia a faccia con l’attivismo hanno usurato la sua mente. Sicuramente parliamo di un attivismo quanto meno controverso: arrestato 13 volte e bandito da 5 Stati, Gary ha fatto delle iniziative e soprattutto delle dichiarazioni shock il suo punto di forza. Pensiamo, per esempio, a una delle frasi più forti e discusse del suo What’s wrong with violence, saggio pubblicato nel ’97: “Ogni donna vestita con una pelliccia dovrebbe sopportare uno stupro così crudele da lasciarle cicatrici permanenti, mentre ogni uomo coinvolto nel commercio di pellicce dovrebbe subire uno stupro anale così orribile da sventrarlo”.
Le polemiche e le precisazioni
Uno degli attivisti più celebri e criticati del nostro tempo, anche dallo stesso mondo di cui si fa portavoce, Gary ha raggiunto la fama internazionale caricando in rete un video dal titolo “Best speech you will ever hear” (“Il miglior discorso che potrai mai ascoltare”), conferenza sui diritti animali e il veganismo tenuta nell’estate del 2010: milioni di visualizzazioni in poco tempo, il video è stato poi tradotto in 37 lingue e negli anni è diventato il simbolo della sua opera divulgativa. Yourofsky non è nuovo alle polemiche e nel suo ultimo post “di addio” su Facebook ha puntato il dito contro le associazioni animaliste, accusate di non voler offendere situazioni umane particolarmente gravi senza capire che l’atteggiamento ipocrita verso gli animali è diretta conseguenza della stessa oppressione. Il suo attacco, però, è rivolto anche a coloro che non abbiano scelto uno stile di vita vegan: “Se le persone partecipano volontariamente all’olocausto animale, passano da vittime a carnefici in quanto stanno inequivocabilmente negando agli animali gli stessi diritti alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità che desiderano per sé”.
Durante il suo lungo “addio” ai social, Yourofsky ha voluto anche dire la sua su diverse questioni, prima tra tutte la possibilità di cambiamento, rispetto alla quale si dice poco fiducioso: “Dal momento che l’umanità vive di abusi, discriminazioni e ingiustizie 24 ore su 24, 7 giorni su 7 – scrive su Facebook – non credo più che il veganismo possa ridurre o eliminare le azioni aberranti che compiamo gli uni agli altri.” Gary, beninteso, non ha rinunciato alle proprie idee né tanto meno a uno stile di vita vegano, ma ha parlato di quella vegan come di una “consapevolezza agrodolce”: “Vedere la verità, conoscere la verità e vivere la verità è meraviglioso. Ma rendersi conto di quanto malvagi siano i nostri familiari, gli amici e la nostra specie è esasperante!” Infine ha concluso rivolgendosi a chi lo ha affiancato in questi anni e continuerà a battersi per i diritti animali: “Parlate per gli animali, come vorreste che parlassero per voi se foste nella loro posizione – scrive – e seguite sempre il vostro cuore quando si tratta di attivismo”. Conclude il suo saluto con la scritta “forever vegan”.