Cecina, troppi lamenti dal mattatoio: “Spostatelo”

Gli abitanti della zona protestano contro i “pianti” degli animali detenuti nel vicino mattatoio, che disturbano il sonno e la serenità dei cittadini

“Occhio non vede, cuore non duole”. Questo sembra il motto che alimenta la protesta in atto a Cecina (Livorno) da parte degli abitanti della zona, residenti nelle vicinanze di un mattatoio comunale. I cittadini, come riporta il quotidiano La Nazione, protestano infatti da tempo perché stanchi di ascoltare i lamenti e le urla degli animali, in attesa della macellazione durante i fine settimana. “Lamenti e gemiti – spiega il quotidiano – alimentano ogni giorno di più l’insofferenza dei residenti, che sono costretti a convivere con i “pianti del bestiame”.

Un provvedimento, in realtà mai messo in atto, aveva già da tempo previsto lo spostamento degli animali da macellare lontano dalle abitazioni. La Giunta Comunale, inoltre, ha preso disposizioni per consentire agli abitanti di dormire letteralmente sonni tranquilli, vietando le uccisioni notturne: “Le macellazioni – riporta “La Nazione” – devono avvenire esclusivamente il lunedì e il mercoledì a partire dalle 7 di mattina; inoltre l’azienda 3M Srl (che gestisce il macello, ndr) deve coordinarsi con gli allevatori per far arrivare il bestiame il giorno stesso della macellazione.” Ma è proprio questo ultimo provvedimento, secondo i residenti, a non essere mai rispettato: gli animali giungono sul posto il venerdì e rimangono in attesa della macellazione fino al lunedì successivo, disturbando il sonno e la quiete degli abitanti con i loro continui lamenti. “Addirittura c’è chi sostiene che le bestie, in quell’arco di tempo, non verrebbero neanche foraggiate e abbeverate.”

Beninteso, la protesta non riguarda il benessere degli animali “anche perché – secondo il quotidiano – alle autorità non risultano situazioni che lo pregiudichino, considerando che a ogni processo di lavorazione è presente un veterinario della Asl.” In ballo, in questo caso, sembra esserci piuttosto solo la tutela della sensibilità dei cittadini, urtata da una realtà cruenta che di norma dovrebbe trovarsi distante dai centri abitati e, soprattutto, dalla consapevolezza dei consumatori.

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