Circhi con animali in Italia: ecco perché vanno chiusi una volta per tutte
La legge che disciplina i circhi con animali e la loro realtà economica in Italia è datata 1968: in questi giorni la Commissione Cultura del Senato sta valutando un nuovo Disegno di Legge, il 228-bis per cambiare le cose, ossia per fare in modo che gli animali non siano più parte dello “spettacolo più vecchio del mondo”.
Nel frattempo il Censis, istituto di ricerca socioeconomica italiano, è stato incaricato dalla LAV di fare una valutazione sullo stato attuale delle attività circensi nel nostro paese e il quadro complessivo è quello di un’attività che sta, anche se lentamente, perdendo colpi. Parliamo dei circhi con animali perché, invece, gli spettacoli che premiano il talento degli artisti, giocolieri, funanboli e chi più ne ha più ne metta, continuano ad avere grande successo. Ma come mai i circhi con animali devono chiudere?
1 – Ci sono più di 2000 animali che vivono in condizioni etologiche che rasentano la follia
140 cammelli che passeggiano sul cemento, 160 tigri che viaggiano per giorni chiuse in gabbie, scimmie costrette ad andare in bicicletta, orsi vestiti da ballerina con museruole e che camminano su due zampe, 50 elefanti bardati a festa e cavalcati che dovrebbero mostrare, così, il loro lato giocherellone: quello che accade nei circhi non è migliore di ciò che avviene negli zoo, dove gli animali, sottratti al loro ambiente naturale vengono violentati a livello etologico: mostrati, derisi e utilizzati come oggetti. Questi animali non dovrebbero essere lì, non ci sono altre scuse per perpetrare questo scempio.
2 – Non c’è nulla di educativo né per i bambini, né per gli adulti
Come è stato più volte confermato da etologi e psicologi, il messaggio che diamo ai bambini portandoli al circo è uno dei più gravi che si possano immaginare: nessun rispetto per gli animali, che vengono derisi e trattati come oggetti. La loro vita è uno spettacolo, la loro sofferenza e l’inadeguatezza delle strutture che li ospitano sono camuffati, come in un orrendo carnevale, dietro a lustrini, musica e luci colorate. Quale bambino, per esempio, potrebbe tollerare la visione dei metodi che vengono utilizzati per addestrare gli elefanti ad inchinarsi davanti al domatore, con bastoni uncinati e botte? L’uomo domina gli animali con una frusta: chi ha il potere lo esercita e piega al suo volere gli altri, è davvero questo quello che vogliamo insegnare alle generazioni future?
3 – La sofferenza di questi animali viene sostenuta economicamente anche da fondi statali, pagati con le tasse di tutti i cittadini
Si chiama FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) il pozzetto da cui arrivano i soldi che finanziano anche le attività dei circhi con animali sul nostro territorio. Una buona notizia è che, secondo i dati Censis, questi finanziamenti si stanno spostando sempre di più verso le attività circensi senza animali. Davvero vogliamo fare in modo che una parte del denaro pubblico venga utilizzato per mantenere animali in cattività, derisi ed umiliati?
4- L’Italia è ancora il fanalino di coda del mondo
Come sempre spiega il rapporto del Censis, “l’Italia rimane ancora uno dei pochissimi paesi in Europa e nel mondo a non avere, né a livello nazionale né a livello locale, una normativa che limiti o proibisca l’utilizzo degli animali nelle attività circensi”. La legislazione deve subire delle modifiche, riadattarsi alla realtà civile ed economica attuale: solo con un intervento a questo livello, infatti, sarà possibile incentivare anche le attività circensi a rinnovarsi, uscendo da una tradizione che, ormai, non interessa più e che provoca solamente sofferenza a migliaia di animali nel nostro paese.
Proprio oggi, 23 Febbraio 2017, al Senato si discute proprio del Disegno di Legge 228-bis. Il presidente della LAV Gianluca Felicetti è intervenuto durante la seduta per spiegare i dati del rapporto Censis che ha già ricevuto l’apprezzamento della Commissione Cultura.