Interviste
Mucche negli allevamenti: abbiamo chiesto ad un veterinario come funziona
Il veterinario Paolo Cova che lavora negli allevamenti, ci racconta il suo punto di vista su questo mondo
Paolo Cova, è un veterinario milanese, lavora da sempre nel settore dell’allevamento dei bovini da latte e da carne; inoltre è un parlamentare del Partito Democratico. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per porgli delle domande tecniche, per capire quali sono le caratteristiche di una mucca che viene impiagata per la produzione di latte e di carne, questo con l’obiettivo di avere un punto di partenza non legato alla visione etica o vegana rispetto ai dati relativi agli allevamenti intensivi. Si tratta di una visione che, come è chiaro, entra in netto contrasto con le decine e decine di inchieste, indagini e dati che arrivano anche dal nostro paese rispetto al tema del trattamento degli animali.
Dottor Cova ci spiega come “funziona” a livello biologico una mucca? Partiamo dalle basi: si tratta di un mammifero, giusto?
Le mucche o più comunemente “vacche” sono mammiferi erbivori che possono avere attitudine alla produzione da latte o di carne. Sono animali poligastrici, cioè sono dotati di più stomaci che consentono la digestione dei foraggi. Le vacche hanno 3 prestomaci, reticolo rumine e omaso, e uno stomaco, abomaso.
Passiamo alla produzione del latte: come avviene e perché?
Le vacche sono dotate di un apparato mammario più sviluppato nelle vacche da latte, molto meno in quelle da carne. Le mammelle hanno quattro capezzoli da cui viene munto il latte. Il tessuto mammario è costituito da tessuto ghiandolare deputato alla secrezione del latte. Ogni volta che le vacche partoriscono la mammella inizia a secernere latte, per le vacche da latte si interviene con la mungitura della mammelle e continuano a produrre latte per lungo tempo. In prossimità del parto successivo viene interrotta la produzione circa 60 giorni prima del parto e si dice che le vacche vengono “messe in asciutta”. L’evento del parto fa di nuovo ripartire il meccanismo della secrezione del latte.
Quanto latte può fare una mucca al giorno?
Le vacche da carne possono produrre da pochi litri al giorno, fino ad avere vacche che arrivano a produrre anche 60-70 litri al giorno in due mungiture.
Negli allevamenti che lei ha visitato per lavoro in Italia ci spiega come funziona la produzione del latte?
Solitamente abbiamo un allevamento di animali giovani, dalle vitelle alle manze, e di animali adulti che vengono avviate alla mungitura dopo il primo parto. A secondo della dimensione delle stalle possiamo avere suddivisione degli animali in più gruppi a secondo dell’età oppure dallo stato fisiologico.
Moltissimi sostengono che se una mucca non viene munta rischia di stare molto male: è vero?
La prima questione da porre è perché non si dovrebbero mungere le mucche, è un evento talmente eccezionale che accade raramente. Chiaramente abbiamo condizioni fisiologiche e anatomiche diverse a seconda degli animali interessati, certamente animali in piena produzione che non vengano munte per più ore hanno un tessuto mammario che si distende provocando dolorabilità. Solitamente la mungitura avviene ogni 12 ore per cui se superiamo abbondantemente questo lasso di tempo gli animali possono avere dolorabilità.
Negli ultimi mesi, sugli allevamenti, anche italiani, si è concentrata l’attenzione mediatica: misure di sicurezza non rispettate, animali detenuti in condizioni terribili, molti antibiotici somministrati. Qual è stata la sua esperienza in questo senso? Che cosa ha potuto vedere negli anni grazie al suo lavoro?
Le normative europee sono stringenti e nette. I nostri allevamenti si sono adeguati con gli anni alle direttive sul benessere animale e sulla somministrazione dei farmaci. Mi rendo conto che negli anni è andato perso il rapporto con l’agricoltura e con la zootecnia, abbiamo una visione romantica delle vacche al pascolo e di condanna per gli animali in stalle.
Faccio degli esempi, capita spessissimo che animali al pascolo non possano accedere ad acqua di bevanda, cosa assolutamente proibita nelle stalle. Dove esiste il benessere? Agli occhi delle persone le vacche al pascolo vivono le condizioni migliorie ma rischiano di azzopparsi sui terreni sconnessi come le vacche in stalla.
Da veterinario ritiene che le condizioni in cui vivono gli animali negli allevamenti siano adatte a preservare la salute degli animali?
Sì, perché gli allevatori hanno tutto l’interesse di avere animali nelle migliori condizioni di salute proprio perché da esse traggono il proprio reddito. Un animale malato non produce e non c’è motivo di tenerlo in cattive condizioni.
Faccio un esempio pratico: ormai in quasi tutti gli allevamenti esistono impianti di refrigerazione delle strutture durante il periodo estivo. Se questi animali vivessero al pascolo sarebbero esposti alla calura e senza anche fonti di abbeverata.
Nota della redazione
Ovviamente quello che non viene raccontato è che le mucche che producono latte lo fanno per i vitelli che vengono loro sottratti immediatamente dopo il parto e nutriti in modo artificiale con colostro o latte in polvere. Quello che non viene detto è che le mucche non avrebbero nessuna “dolorabilità” alla mammella se il vitello si nutrisse normalmente come previsto dall’etologia dell’animale. Inoltre gli animali vengono forzatamente ingravidati per poter essere produttive a ciclo continuo. L’etologia di questi animali è stata modificata negli anni dalle selezioni fatte proprio dagli allevatori per avere animali “adatti” alla carne o al latte, così come a produrre più latte di quanto non farebbero naturalmente. Le mucche, come tutti gli animali, sono esseri senzienti e non dovrebbero essere sottoposte a nessun trattamento che non rientri nelle loro caratteristiche etologiche, primo fra tutte il confino in stalle senza mai vedere un pascolo, le gravidanze forzate e la separazione dai loro cuccioli.
0