Un mondo vegano? Più felice e solidale, lo dice uno studio australiano

“Se nel 2050 al mondo ci fossero più vegetariani e vegani la società sarebbe più felice e solidale”: lo rivela uno studio compiuto in Nuova Zelanda.

“Come sarebbe il mondo nel 2050, se ci fossero più vegetariani e vegani?” È questa la domanda alla base di uno studio condotto recentemente in Nuova Zelanda e che ha coinvolto 506 studenti universitari neozelandesi. Se diversi partecipanti hanno ipotizzato una serie di conseguenze negative, come per esempio condizioni di salute peggiori per la popolazione, molti di essi hanno invece previsto una serie di esiti positivi: senza dubbio un maggiore interesse per il benessere di animali e ambiente, ma anche ripercussioni benefiche sulla società. Gli intervistati, infatti, pensano che una popolazione più ricca di vegetariani e vegani potrebbe essere più felice, più solidale e più gentile, ma anche più unita dal punto di vista sociale.

Lo studio, svolto dalla Victoria University di Wellington in collaborazione con l’Università di Melbourne, ha anche rivelato che le campagne pubblicitarie “pro veg” incentrate esclusivamente sui benefici che le diete a base vegetale hanno sull’organismo e sull’ambiente non sarebbero efficaci come quelle che enfatizzano i risvolti sociali positivi di una dieta vegetariana o vegana: questo significa che le persone sono sì interessate alla salvaguardia della propria salute e dell’ambiente, ma sono più attratte dai cambiamenti sociali.

E c’è anche chi – come Will Tuttle – si augura che questi cambiamenti nella società possano avvenire in fretta. Scrittore, musicista ed educatore – autore del best seller “Cibo per la pace” – Tuttle ritiene che la nostra società sia basata sulla violenza endemica: “L’idea fondamentale è che nasciamo in una società che si organizza intorno a greggi di animali, animali che ci appartengono e che utilizziamo come cibo. In ogni società basata sul mangiare animali e quindi sul commettere violenza sugli animali ci sarà specismo e uno stile di vita non vegano” ha dichiarato. E ancora: “Lo specismo porta al razzismo, al sessismo, al classismo e a tutte le ingiustizie umane che esistono: quando guardiamo un animale e vediamo solo un oggetto da usare, stiamo compiendo una violenza e diventa molto facile fare la stessa cosa anche tra di noi”.

Se una società con più vegani e vegetariani possa essere davvero più felice e solidale non lo sappiamo, quello che è certo è che possiamo fare molto per eliminare la violenza che caratterizza il nostro modus vivendi quotidiano, ben prima del 2050: prendere coscienza dello sfruttamento e della sofferenza che si nasconde dietro il consumo di alimenti di origine animale sarebbe già un enorme passo avanti verso una società migliore.

Will Tuttle: “Vegan o antispecismo? No herderismo”

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