Stefania Giannuzzi, l’assessore che ha portato, ufficialmente, il veg a Torino – Intervista
Vegetariana da molti anni, Stefania Giannuzzi è il nuovo assessore all’Ambiente del Comune di Torino ed è partita da lei l’idea di inserire la promozione della cultura veg nel programma di governo della città
Nel programma del nuovo Comune di Torino, dopo la vittoria di Chiara Appendino (M5S), il suo ruolo come Assessore all’Ambiente è stato determinante nella scelta di inserire fra i punti di attenzione quello della promozione della cucina e della cultura vegetariana e vegana, decisione che ha portato, come era prevedibile, parecchie polemiche. Abbiamo raggiunto telefonicamente il neo assessore per farci raccontare quali sono, davvero, le intenzioni della nuova giunta sul tema veg.
Promozione della cultura vegetariana e vegana nel programma del Comune: da dove è nata questa esigenza?
Nasce dal fatto che Torino ha da molti anni ha una ricca cultura vegetariana e vegana, ci sono più di 30 locali veg e questa città perciò è già all’avanguardia in Europa, vogliamo valorizzarla. Lo faremo attraverso attività diverse, sostenendo e patrocinando festival e iniziative, creeremo una cartina dedicata per visitare la città in questo senso.
Non sono mancate le reazioni: a chi dice che “Ci sono cosa più importanti a cui pensare”, cosa risponde?
La dieta vegetariana e vegana rientra in un ampio spettro legato alla sostenibilità ambientale. Non sarà l’unica iniziativa, lo faremo anche per sensibilizzare alla raccolta rifiuti, ai modi in cui muoversi, la lotta allo spreco alimentare. Anche il punto sulla promozione della dieta rientra in questa ottica.
Il legame fra ambiente e alimentazione secondo lei è chiaro ai cittadini?
Abbiamo voluto di proposito inserire questa azione non nel capitolo del programma dedicato agli animali, ma all’ambiente, ma mi sono resa conto che questo concerto non è ben chiaro. C’è una sorta di divisione fa ambientalisti e animalisti, che mi sorprende: ma non si può prescindere. Il discorso vegetariano e vegano è legato alla sostenibilità ambientale. Non potevamo partire dal discorso etico, dedicato agli animali, ecco quello che abbiamo fatto.
Questa attenzione al veg si tramuterà in una “guerra” contro l’industria della carne?
Lo hanno fatto e lo stanno facendo la maggior parte delle città europee, è solo una questione di portarsi avanti, non rimanere indietro.
E’ rimasta sorpresa dalle reazioni suscitate dal programma?
Sì, sono rimasta sorpresa in generale dalle reazioni, perché si è confusa la volontà di promuovere uno stile alimentare con un obbligo: il Comune non può entrare nelle scelte personali di ognuno, il nostro compito è promuovere uno stile di vita che non è legato ad una moda effimera, ma ha le sue radici in qualcosa di molto più forte e che già si respira in città.
Lei è vegetariana/vegana?
Io ho iniziato a non mangiare carne, 20 anni fa, durante il periodo della “muca pazza”, fu un evento che mi colpì molto, ma era già nell’aria. Nell’arco di un anno ho deciso di diventare vegetariana in modo definitivo. Si tratta di una scelta coerente con altre scelte che ho fatto: il mio percorso di studio ha seguito questo stile, così come le mie scelte di stile di vita, per esempio, non ho la macchina e cerco di scegliere sempre mezzi di trasporto sostenibili.