Festival di Yulin, la vignetta-simbolo per riflettere
C’è una linea di demarcazione? Se sì, dove hai il coraggio di tracciarla? Questo il senso della vignetta, perfetta per fotografare quanto sta accadendo in Cina.
Una vignetta più attuale che mai, proprio nei giorni in cui il Festival di Yulin è in corso (si svolge,infatti, dal 21 al 30 Giugno), per chiedere a tutti se c’è una reale differenza tra i cani e gli altri animali.
Di cosa si tratta
Il Festival di Yulin, in cui migliaia di cani vengono uccisi e mangiati, è giunto ormai alla sua settima edizione pur tra innumerevoli voci di dissenso. A tal proposito, Animal Welfare Cartoon ha creato una vignetta per chiedere a tutti coloro che si sono e che si stanno indignando “Dove tracci la linea di demarcazione?”. La vignetta si ispira a una campagna di Go Vegan Scotland lanciata nel 2014 e via via diffusasi a Glasgow, Edimburgo e Manchester.
Così l’associazione scozzese ha commentato in questi giorni la campagna e la vicenda di Yulin:
“La sola giustificazione sono le nostre papille gustative. Ma se questa non è una giustificazione sufficiente, perché la consideriamo sufficiente per altri milioni di animali? Perché non ci ribelliamo ai camion carichi di maiali, mucche e pecore che vediamo ogni giorno sulle nostre strade, mentre vengono traghettati al macello, spaventati, confusi, assetati e senza speranza? Qual è la differenza? E’ solo abitudine e tradizione, non c’è alcuna differenza morale. Non c’è differenza morale tra ciò che noi facciamo agli animali e quello che i cinesi fanno ai cani a Yulin. Fino a che non lo riconosciamo e poniamo fine al nostro uso e abuso sugli animali, la nostra voce contro Yulin non ha alcuna credibilità”.
Le proteste
Le proteste, comunque, non si fermano: la scorsa settimana il noto attivista sino-americano Marc Ching, fondatore della Animal Hope & Wellness e del PetStaurant, ha rivendicato la liberazione di 1000 cani prima dell’inizio del festival. La manifestazione, ideata nel 2009 per incentivare il turismo, ha da subito scatenato polemiche a non finire tra gli animalisti di tutto il mondo, ma mai come quest’anno, tra petizioni e proteste in strada (anche a Milano e a Roma), ha fatto parlare di sé: nella stessa Cina, undici milioni di persone hanno firmato una petizione indirizzata all’amministrazione di Yulin (un sondaggio condotto da Horizon dice che il 64% dei cinesi vorrebbe la chiusura del festival), mentre la Humane Society International si è attivata organizzando posti di blocco per fermare il trasporto dei cani.
Yuri Benaglio