Cinema green: 15 film vegani per cambiare prospettiva
La settima arte si interroga spesso sulle tematiche ambientali e animaliste realizzando film che spingono gli spettatori e l’opinione pubblica a riflettere su problemi reali e urgenti
Non sono esattamente film da popcorn e bibita gigante. Non sono film la cui visione lascia indifferenti, in ogni caso. Il cinema sa anche cambiare il nostro modo di pensare in pochi istanti. Che vogliate diventare vegetariani o vegani oppure no, questi 13 film, indagando il mondo degli allevamenti intensivi e dell’industria dei prodotti di origine animale, fanno proprio questo: spingono a riflettere e inducono a un cambiamento di vita. Vi segnaliamo i 13 film vegani o documentari che non potete perdere, selezionati dalla nostra redazione.
Cowspiracy
“Cowspiracy: The Sustainability Secret” è un documentario del 2014 prodotto e diretto da Kip Andersen e Keegan Kuhn. Il film va ad investigare le politiche delle organizzazioni ambientaliste sulla questione degli allevamenti. Tra le organizzazioni coinvolte nel documentario troviamo Greenpeace, Sierra Club, Surfrider Foundation e Rainforest Action Network. La realizzazione del documentario è avvenuta grazie ad una campagna di crowdfunding avviata su Indiegogo e con l’appoggio di Leonardo Di Caprio, produttore esecutivo. Il film è visibile sulla piattaforma di streaming Netflix, anche in Italia.
What the health
Disponibile su YouTube, con sottotitoli in italiano, What the health, è il secondo film di Kip Andersen e Keegan Kuhna. Per il “sequel” di “Cowspiracy, il focus è interamente sull’impatto che il consumo di carne e derivati animali ha sulla nostra salute: un’inchiesta interessante e “scomoda” perché interamente incentrata su argomenti taciuti, che riguardano la salute pubblica.
Una scomoda verità (An inconvenient truth)
“Una scomoda verità” è un film-documentario del 2006 sul problema mondiale del riscaldamento globale, diretto da Davis Guggenheim, con protagonista l’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Al Gore impegnato durante e dopo la sua campagna elettorale a un’opera di sensibilizzazione che si è estesa a molti paesi del mondo. Il film che pone l’accento sullo stato del pianeta e sui rischi che corre a causa dei gas serra, è “scomodo” perché mette i governi e i grandi del mondo di fronte alla necessità di affrontare il problema dell’inquinamento ambientale e del cambiamento climatico (come la ritirata dei ghiacciai, l’aumento delle grosse precipitazioni e le conseguenti catastrofi, l’innalzamento dei mari e la grossa siccità nei paesi più caldi) senza più ignorare la questione. Il film ha vinto il premio Oscar 2007 come miglior documentario e per la migliore canzone originale.
Earthlings
Earthlings, narrato dall’attore animalista Joaquin Phoenix con la colonna sonora di Moby, spiega la totale e assolutamente irrispettosa dipendenza dell’umanità dagli animali (usati come compagnia, come cibo, come vestiario, per divertimento e per la ricerca scientifica).
Attraverso uno studio approfondito svolto all’interno di negozi di animali, allevamenti di animali domestici, rifugi, ma anche negli allevamenti intensivi, nell’industria della pelle e della pelliccia, in quella dello sport e dell’intrattenimento, e infine nella professione medica e scientifica, Earthlings usa telecamere nascoste e filmati inediti per tracciare la cronaca quotidiana di alcune delle più grandi industrie del mondo, che basano i loro profitti interamente sugli animali.
Taste the Waste
Perché sprechiamo così tanto cibo e in che modo è possibile rimediare a una tendenza talmente consolidata da apparire irreversibile? Tali sono i quesiti che il regista e sceneggiatore Valentin Thurn propone nel suo documentario del 2010, perché, incredibile ma vero, più della metà dei prodotti agricoli, per esempio, viene perduta nel percorso che va dal produttore al consumatore. Valentin Thurn chiede quindi risposte alle ragioni di questo spreco sconsiderato a manager e ispettori di supermercati, a fornai, a fattori e contadini, a ministri e burocrati che si occupano di welfare in Europa. Ma anche ai consumatori: sì perché la pretesa di trovare sui banconi dei supermercati e dei mercati rionali, sempre e comunque, in ogni momento della giornata e ad ogni stagione, prodotti alimentari freschi e senza la minima imperfezione condiziona non poco chi sta dall’altra parte della filiera produttiva.
Meat the Truth
“Meat the truth – Carne, la verità sconosciuta” è un film documentario del 2007 con protagonista la parlamentare olandese Marianne Thieme. Il documentario spiega con un linguaggio accessibile a tutti (fatto anche di interviste con scienziati, animazioni, statistiche) e servendosi delle più aggiornate informazioni scientifiche quanto i cambiamenti climatici siano profondamente collegati all’allevamento di animali: l’industria dell’allevamento causa il 18% dell’effetto serra totale, una percentuale simile a quella dell’industria, e maggiore di quella dell’intero settore dei trasporti pubblici e privati (13,5%).
The Last Pig
“The last pig” è un documentario che racconta la storia vera di Bob Comis, che dopo aver lavorato per anni come allevatore di maiali destinati al macello decide di cambiare vita per salvare centinaia di animali. La sua fattoria ora è diventata un rifugio per gli animali salvati dagli allevamenti. Comis si rende conto a un certo punto della sua vita che il rapporto con gli animali che allevava (anche se in modo bio e rispettoso della loro natura) “Si basava su una menzogna. Io mi sentivo felice accanto a loro. E loro mi seguivano, erano incuriositi da me, cercavano un rapporto. Ma sapevano che tutto questo era una falsità perché io ero un allevatore di maiali e prima o poi li avrei uccisi. E questo è ingiusto. Dopo anni passati a guardare negli occhi questi animali posso dire che nessuno di quegli sguardi è vuoto. Dietro c’è sempre qualcuno”. Ora nella sua fattoria, dove Comis ha iniziato a coltivare verdure, gli animali (ben 250) trascorrono serenamente la loro vecchiaia fino alla morte naturale. Il film è atteso per la primavera 2016.
Food, Inc
E’ un film statunitense del 2008 diretto da Robert Kenner e candidato all’Oscar nel 2010 come miglior documentario. Al centro, il tema della produzione e del mercato alimentare, principalmente quella su grande scala, che esiste attualmente negli Stati Uniti. La produzione del cibo di massa è un processo che il consumatore spesso non conosce e non arriva nemmeno ad immaginare: “Food Incorporated” svela proprio questo oscuro retroscena: si snoda attraverso tutti i livelli della catena di produzione del cibo negli U.S.A., dalla carne agli ortaggi e affronta le innumerevoli distorsioni causate dall’attuale politica dell’industria del cibo, portando lo spettatore a riflettere fortemente sul modello economico e alimentare corrente.
Forks over Knife
Quanto incide l’alimentazione nell’insorgere delle malattie? Ci sono abitudini alimentari che dovremmo modificare nel mondo occidentale? Sono le domande che si pone “Forks over Knives”, un film del 2011 diretto dal regista documentarista Lee Fulkerson, che sostiene l’utilità di una dieta priva di proteine animali nella prevenzione e cura di molte malattie, mostrando molti dei limiti delle moderne abitudini di consumo alimentare, che prevedono un apporto troppo alto di cibi altamente raffinati e di origine animale con gravissimi rischi per la salute.
Super size me
Si tratta di un documentario del 2004 diretto ed interpretato dal regista Morgan Spurlock che è anche il protagonista/cavia dell’esperimento al centro della trama. Per un mese il regista ha infatti adottato una dieta da fast food mangiando solamente cibo della nota catena mondiale McDonald’s tre volte al giorno (colazione, pranzo e cena), ogni giorno – interrompendo contemporaneamente ogni attività fisica – e documentando tutti i cambiamenti fisici e psicologici avvenuti anche grazie al costante monitoraggio di tre medici: un generico, un cardiologo, un gastroenterologo. Il film è stato candidato all’Oscar come miglior documentario nel 2005.
Food ReLOVution
Vi segnaliamo anche “Food ReLOVution: tutto ciò che mangi ha una conseguenza”, il coinvolgente documentario di Thomas Torelli che esamina le conseguenze della cultura della carne in vista della crescente preoccupazione per gli impatti sulla salute, sulla fame nel mondo, sul benessere degli animali e sull’ambiente. Il film vuole dare agli spettatori uno strumento di informazione per scegliere liberamente in nome di una rivoluzione fatta con amore, per proteggere l’ambiente, gli animali e le popolazioni più povere. Senza demonizzare chi si nutre di carne, il film analizza anche le trasformazioni che sono avvenute nella produzione alimentare nell’ultimo secolo, specialmente negli ultimi quarant’anni.
Eating animals
Prodotto e narrato dall’attrice e attivista vegana Natalie Portman e diretto dal regista Christopher Quinn, “Eating Animals” è’la trasposizione cinematografica di “Se niente importa – Perché mangiamo gli animali?”, il saggio più noto e acclamato dello scrittore americano Jonathan Safran Foer. Il film esplora il mondo della produzione degli alimenti di origine animale, senza però essere un inno al vegetarianesimo, come sottolinea anche il New York Times: non è forse un caso che né il regista né lo scrittore siano vegetariani o vegani, ma sostengano apertamente la necessità di un cambiamento radicale. L’intento del documentario è piuttosto quello di aprire le porte degli allevamenti intensivi, rendendo noto cosa si nasconde davvero dietro la produzione di alimenti di origine animale, ma anche la questione dello sfruttamento delle risorse del pianeta e dell’inquinamento atmosferico legati alla produzione di carne e derivati. Il tutto senza alcun tono polemico o accusatorio: il documentario descrive una realtà concreta e indiscutibile, lasciando però lo spettatore libero di scegliere come e cosa continuare a mangiare.
H.O.P.E.
E’ il documentario dell’austriaca Nina Messinger che dà parola a una nutrita schiera di famosi scienziati, medici, agricoltori e nutrizionisti. A loro sta raccontare senza filtri il proprio punto di vista sull’alimentazione onnivora, facendo vedere che esiste anche un altro lato della medaglia. Un lungo viaggio, quello intrapreso dalla regista che tra Germania, America e India ci mostra un realtà troppo a lungo nascosta. L’antropologa Jane Goodall, la scienziata indiana Vandana Shiva, il professore di biochimica nutrizionale Colin Campbell, il medico chirurgo Caldwell B. Esselstyn, Jr., la psicologa e scrittrice Melanie Joy e il saggista Will Tuttle sono solo alcuni dei personaggi di spicco intervistati nel film. A questi nomi noti si uniscono anche quelli dei testimoni che raccontano di come la loro salute sia migliorata grazie ad un cambio di alimentazione; si tratta soprattutto di pazienti che hanno dovuto lottare contro cancro, tumori e problemi cardiovascolari. Il documentario è visibile gratuitamente sul sito.
Dominion
Dominion può essere considerato la versione australiana dell’acclamato documentario americano, narrato dall’attore Joaquin Phoenix, Earthlings. Il film nasce dall’impegno dell’associazione animalista Aussie Farms Repository e si colloca sulla scia del prequel del 2014 dedicato, nello specifico, agli allevamenti dei maiali e intitolato Lucent. Il lavoro di documentazione e di realizzazione delle riprese è durato ben 7 anni. In questo caso, l’occhio indagatore si allarga verso 6 diverse tipologie di sfruttamento dell’uomo nei confronti degli animali: cibo, divertimento, abbigliamento, ricerca scientifica, compagnia domestica e caccia. Concentrandosi sulle pratiche legali e industriali messe in atto in tutto il mondo all’interno di allevamenti e macelli, il film vuole interrogare lo spettatore sul senso di uno sfruttamento e di una carneficina messa in atto a partire dal presuntuoso e arbitrario presupposto di essere noi – esseri umani – la specie dominate e superiore presente sul pianeta.
Racing Extinction
“Andiamo verso l’estinzione di massa, serve che la gente lo sappia”. Immaginate un mondo senza tigri, delfini, leoni e ogni genere di anfibio o quattrozampe, solo sterminate lande desolate, senza animali. E’ il rischio reale che corre il nostro Pianeta, come denuncia il documentario Racing Extinction, firmato dal regista Premio Oscar Louie Psihoyos. Il film unisce un team di attivisti ed esperti in una gara appassionata per proteggere dall’estinzione le specie in pericolo, grazie a una campagna di sensibilizzazione di proporzioni globali. Il regista Louie Psihoyos e il gruppo di lavoro di “The Cove” (documentario premiato con l’Oscar nel 2010) hanno messo in piedi una vasta operazione in incognito per portare alla luce il traffico di specie in pericolo, infiltrandosi nei mercati neri più pericolosi al mondo tra Indonesia, Argentina, Thailandia, Cina, Hong Kong, Tonga. Con l’ausilio di telecamere nascoste, infiltrati locali, strumenti high-tech, il documentario svela immagini inedite riguardanti i due temi caldi affrontati nel film: il mercato internazionale di animali rari e la stretta relazione tra le emissioni di carbonio e l’estinzione delle specie.
Serena Porchera