Senigallia, il sindaco rifiuta il menu vegano a scuola
Le famiglie non demordono e chiedono che vengano rispettati i propri diritti: “Passeremo alle vie legali se non ci daranno risposta”
Credevano di essere da sole, invece a chiedere l’opzione vegana a scuola per i propri bimbi nelle scuole pubbliche si Senigallia erano almeno una decina di genitori. Lo scorso Settembre Chiara Piersanti, mamma e odontoiatra vegana, decide di inoltrare al comune della sua città la richiesta per un’opzione vegan nella scuola della figlia di 2 anni, svezzata vegana ed in piena salute: “Credevo sarebbe stata una cosa semplice dato che è un mio diritto, oltre al fatto che in molti comuni intorno a Senigallia il menu vegan c’è già, come a Iesi”.
Una speranza mal riposta, infatti, inizia la lunga attesa fra mail e lettere con le quali Chiara cerca di giungere ad una risposta “Nel frattempo andavo a prendere mia figlia a scuola prima di pranzo e la scuola mi diceva che la cosa si sarebbe risolta”. La prima risposta ufficiale, come racconta Chiara ai microfoni di Vegolosi.it, arriva da un dirigente del Comune: “E’ stato Maurizio Mandolini il primo a darmi una risposta, io e la pediatra Carla Tomasini, amica e medico curante di mia figlia, siamo andate in udienza da lui”. La risposta? “Che non c’era nessuno a Senigallia che chiedesse una tale opzione per il menu”. La verità però era un’altra e Chiara Piersanti la scopre presto grazie al passaparola: “C’erano almeno una decina di genitori che chiedevano il menu vegano per i figli a scuola, così abbiamo scritto nuovamente al Sindaco, Maurizio Mangialardi, che ci ha risposto, tramite la sua segreteria il 26 di Aprile negandoci questa possibilità”
Ho valutato assieme all’intera Giunta la Sua richiesta, da Lei avanzata insieme ad un gruppo di genitori, di poter usufruire per il prossimo anno scolastico di un menù vegano nel sistema di refezione scolastica, dopo aver acquisito nel merito anche un parere del dottor Mandolini, dirigente competente dell’area interessata. Tenendo conto innanzitutto della varietà di stili alimentari che si stanno diffondendo in Italia e che potrebbero essere fonte di successive richieste di introduzione: dai vegetariani ai vegani, da locavori agli ecotariani, dai macrobiotici ai crudisti, solo per citarne alcuni, appare evidente quindi che se un servizio pubblico dovesse assecondare tali richieste l’organizzazione del sistema di approvvigionamento dei prodotti alimentari e di produzione dei pasti dovrebbero essere totalmente ripensati, con un considerevole aumento dei costi a carico di tutti i cittadini. Ecco perché non ritengo opportuno apportare modifiche al nostro servizio di refezione scolastica, a meno che non siano presenti specifiche esigenze sanitarie, cosa che ovviamente già facciamo.
Niente da fare, troppi stili alimentari, troppe richieste (ma non erano troppo poche prima?): sta di fatto che a Senigallia il menu vegan non si può avere eppure per ovviare ad eventuali problemi di budget per la scuola le famiglie si sono dette disponibili ad un accordo: “Per venire incontro alle esigenze di budget – scrivono al Comune – e organizzazione delle strutture (in quanto ci sembra aver capito che il problema sia il servizio di catering…), ci rendiamo anche disponibili a sostenere le spese necessarie per l’acquisto di alimenti “alternativi”. Abbiamo cercato di intervistare Mangialardi che al momento si trova a Roma, la sua segreteria ha rimandato l’intervento del capo della città alla prossima settimana
AGGIORNAMENTO. ORE 14.40 DEL 29 APRILE 2016
La redazione di Vegolosi.it è stata contattata dalla dottoressa Simonetta Bucari, Assessore con delega alla cultura e beni culturali, istruzione e politiche dell’educazione del comune di Senigallia che ha espresso la posizione sulla questione del proprio settore di competenza: “Abbiamo ricevuto la richiesta il 15 Aprile, ce l’ho qui davanti. Quello che voglio fare è attendere il parere dell’Asl a cui ci riferiamo sempre per questo tipo di questioni. ovviamente capirete che sul servizio di 1200 pasti serviti dai nostri due centri di cottura, non è facile adeguare i menu per le richieste di poche famiglie. Tenete conto anche che abbiamo già menu per esigenze religiose, quelli per esigenze sanitarie così come tre menu vegetariani già in essere. Una volta che riceveremo il parere tecnico valuteremo anche la fattibilità tecnica del nuovo menu”.
Il parere dell’avvocato Carlo Prisco
Contattato dalla redazione di Vegolosi.it, ecco il parere dell’avvocato esperto in diritto al vegetarismo:”Sono informato della vicenda e non posso che confermare come sia i più elementari e fondamentali principi costituzionali, sia le linee guida sulla refezione scolastica e le direttive in materia di tutela ambientale ministeriali, che le più recenti divulgazioni medico scientifiche in materia di alimentazione, concorrono a ribadire il diritto a una scelta alimentare etica. Purtroppo come spesso accade la conoscenza approssimativa delle questioni trattate non consente di adottare decisioni corrette: la preoccupazione per le finanze pubbliche potrebbe facilmente essere superata adottando per tutti cibi sani, etici, e con il minore impatto ambientale possibile. Raccomanderei a tutte le istituzioni di approfondire con più serietà argomenti troppo complessi e carichi di implicazioni per poter essere liquidati in modo superficiale, ma, ove così non fosse, ciascuno può far valere i propri diritti. I risultati ottenuti finora nelle aule giudiziarie dimostrano la fondatezza delle rivendicazioni che ancora alcune pubbliche amministrazioni immotivatamente contrastano”.
Cosa faranno ora le mamme? “Scriveremo nuovamente al Sindaco che non abbiamo nessuna intenzione di demordere perché è necessario che si informi su quello che accade nelle altre città e se non dovesse risponderci ci muoveremo per vie legali”. Ricordiamo qui l’intervento su questo tema dell’avvocato Carlo Prisco, esperto del tema “diritti vegetariani e vegani”: “L’istituto non può rifiutarsi di accettare la richiesta di un menu vegano, anche se questo accade molto spesso. Nella stragrande maggioranza dei casi, il rifiuto non è assoluto ma condizionato alla presentazione di certificati medici, menu stilati da professionisti. Si tratta, in questi casi, di documenti totalmente inutili a questo scopo, nonché – come sono stati definiti dai giudici – discriminatori”. Potete leggere tutto il suo intervento nella sua intervista. Torneremo, ovviamente su questo caso nei prossimi giorni.
Federica Giordani