Pellicce, -85% in 10 anni: un dato meraviglioso per gli animali
La produzione globale di pellicce raggiunge i minimi storici, segnando una svolta per il benessere animale e indicando come le battaglie per la liberazione animale siano lente ma inesorabili
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Nel 2023, la produzione globale di pellicce ha subito una diminuzione del 40% rispetto all’anno precedente, culminando in un declino dell’85% nell’ultimo decennio. Questo significa che milioni di visoni, volpi e cani procione sono stati risparmiati da una vita di sofferenza negli allevamenti intensivi.
L’abbandono delle pellicce da parte delle grandi case di moda
Marchi prestigiosi come Gucci, Armani e Michael Kors hanno deciso di eliminare l’uso di pellicce animali dalle loro collezioni, collaborando con la Fur Free Alliance. Attualmente, oltre 1.600 brand hanno preso l’impegno di non utilizzare pellicce, riflettendo una crescente consapevolezza etica nel settore della moda. Negli ultimi dieci anni, campagne mirate hanno portato alla luce le crudeltà dell’industria della pelliccia, influenzando le scelte dei consumatori verso prodotti più etici. Nonostante i progressi, alcuni marchi come Fendi, Louis Vuitton e Woolrich continuano a utilizzare pellicce.
La moda, così come l’alimentazione, si basano su un enorme base culturale: solo l’informazione può portare ad una serio cambio di marcia nei confronti di queste tematiche. Il mercato – della moda e alimentare – segue la domanda ed è qui che le attività delle associazioni e dei giornali devono agire in modo più costante.
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Una grafica realizzata dall’associazione Furfree Alliance che racconta la situazione del commercio di pellicce a livello globale.
Le restrizioni governative e la chiusura degli allevamenti
Le normative governative n giro per il mondo – compresa l’Italia – e la diminuzione della domanda hanno costretto molti allevatori a cessare l’attività. Nell’Unione Europea, il numero di allevamenti di pellicce è passato da 4.350 nel 2018 a 1.088 nel 2023. Anche in Cina, il principale produttore mondiale, la produzione è diminuita di oltre la metà dal 2022. Nonostante il declino dell’industria, circa 20 milioni di animali vengono ancora allevati annualmente per la loro pelliccia, sottolineando la necessità di ulteriori azioni.
La situazione attuale in Italia sul tema delle pellicce
In Italia, la legislazione riguardante le pellicce ha subito significative evoluzioni negli ultimi anni, riflettendo una crescente attenzione verso il benessere animale.Con la Legge di Bilancio 2022 (n. 234), l’Italia ha vietato l’allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l’uccisione di animali come visoni, volpi e cincillà per essere utilizzati nell’industria della moda. Questa normativa ha segnato una svolta importante nella tutela degli animali destinati alla produzione di pellicce.Già nel 2004, con la Legge n. 189, l’Italia aveva vietato l’utilizzo, la commercializzazione, l’esportazione e l’importazione di pelli, pellicce e articoli derivati da cani e gatti. Questo divieto è stato successivamente esteso a livello europeo con il Regolamento CE n. 1523/2007, che ha armonizzato le normative degli Stati membri in materia.