Agli italiani il “meat sounding” non interessa e molti stanno diminuendo il consumo di carne
Un sondaggio recente ha mostrato come la popolazione italiana non ritenga affatto un problema il nome degli alimenti vegetali, anzi.
I nomi “hamburger di ceci” o “cotoletta vegetale” non rappresentano un problema per gli italiani, né vengono ritenuti motivo di confusione mentre fanno la spesa. Un recente sondaggio condotto da YouGov e commissionato dal Good Food Institute Europe (GFI Europe) rivela che “la maggioranza dei consumatori italiani considera appropriati termini come “hamburger” e “latte” per i prodotti plant-based.
Il 69% degli intervistati ritiene che questi termini siano adeguati per descrivere gli alimenti a base vegetale, mentre il 68% crede che le aziende debbano poterli utilizzare liberamente per le alternative vegetali ai prodotti di origine animale. Solo il 21% ritiene che questi termini dovrebbero essere vietati perché potrebbero confondere il consumatore”.
Eppure, nonostante sia chiaro che il problema delle denominazioni sia solamente politico, la legge che condanna il così detto “meat sounding” (ossia la possibilità da parte delle aziende di chiamare commercialmente i prodotti vegetali con nomi che solitamente sono collegati a prodotti di origine animale), è ormai stata approvata con la firma finale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 19 giugno. Quello che lo stesso Good Food Institute fa notare è che questa legge non ha mai avuto una base legata a dati e informazioni, come conferma questo sondaggio.
“Francesca Gallelli, consulente per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Il nostro sondaggio è un’ulteriore conferma che i consumatori sono pienamente informati e che il divieto dei termini meat-sounding non introduce alcuna tutela necessaria, anzi è destinato a creare confusione, complicando l’accesso a prodotti che svolgono un ruolo chiave nel diversificare e rendere più sostenibile la nostra alimentazione”.
Sempre Good Food Insitute, spiega: “Il 70% degli intervistati inoltre pensa che il consumo di carne in Italia sia troppo elevato e il 60% pianifica di mangiare meno carne o non mangiarne affatto nei prossimi due anni. Dati che confermano il trend rilevato dal Centro Alimenti e Nutrizione del CREA nel 2023, secondo cui la metà degli italiani ha ridotto il consumo di carne, e dallo studio Smart Protein, che colloca i consumatori italiani ai primi posti in Europa per consumo e accettazione delle proteine vegetali. Lo stesso studio evidenzia un alto livello di fiducia nei prodotti plant-based riguardo alla sicurezza alimentare (66%), accuratezza dell’etichettatura (64%) e affidabilità (63%)”.