Europa: approvata la Nature restoration law, decisione storica ma l’Italia ha votato contro
Ripristinare, sanare, soccorrere gli habitat europei non è un gioco: ora una legge stabilisce i termini di intervento ai quali i paesi membri dovranno sottostare
Insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, l’Italia ha votato contro la Nature Restoration Law che è comunque passata ed è diventata legge vincolante in Europa. Si tratta di un passaggio importante non solo in termini pratici ma anche politici perché pone vincoli formali agli Stati membri per la garanzia di una tutela urgente e necessaria per la natura. Il lavoro per il varo di questa legge è durato due anni.
Che cosa è la Nature Restoration Law?
Questa legge mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, da quelli terrestri a quelli marini, d’acqua dolce e urbani. Il regolamento mira a mitigare il cambiamento climatico e gli effetti dei disastri naturali. Aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni ambientali internazionali e a ripristinare la natura europea. Infatti, oltre l’80% degli habitat europei sono in cattive condizioni. Gli sforzi compiuti in passato per proteggere e preservare la natura non sono stati in grado di invertire questa preoccupante tendenza.
Il regolamento sarà ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore diventando direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Entro il 2033, la Commissione esaminerà l’applicazione del regolamento e i suoi impatti sui settori agricolo, della pesca e forestale, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.
“Non c’è tempo per una pausa nella protezione del nostro ambiente – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e del Clima, dell’Economia, della Pulizia e dell’Energia a Bruxelles Alain Maron – Oggi il Consiglio dell’UE sceglie di ripristinare la natura in Europa, proteggendo così la sua biodiversità e l’ambiente di vita dei cittadini europei. È nostro dovere rispondere all’urgenza del collasso della biodiversità in Europa, ma anche consentire all’Unione europea di rispettare i suoi impegni internazionali. La delegazione europea potrà presentarsi alla prossima COP a testa alta”. Non certo, però, grazie al nostro Paese che ha votato contro l’approvazione della legge a causa delle forti proteste del mondo agricolo. «Spiace che l’Italia abbia votato contro insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, mentre il Belgio si è astenuto», dichiara l’Oipa. «Tra i timori per la sicurezza alimentare dettati dalla guerra in Ucraina e le ripetute proteste degli agricoltori, la proposta è stata per mesi bersaglio politico del centrodestra all’Eurocamera e di vari Stati membri che ne hanno fatto slittare l’adozione».
A cosa serve questa legge?
Secondo le nuove regole, gli Stati membri devono pianificare in anticipo e presentare alla Commissione piani nazionali di ripristino , mostrando come raggiungeranno gli obiettivi. Devono inoltre monitorare e riferire sui propri progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello dell’UE. Ecco alcuni dei punti chiave della nuova legge varata oggi, 17 giugno 2024:
- Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare congiuntamente , come obiettivo dell’UE, almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030
- Il regolamento copre una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprese le zone umide, le praterie, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, comprese le fanerogame marine e i letti di spugne e coralli.
- Sugli habitat ritenuti in cattive condizioni , come elencati nel regolamento, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinare:
- almeno il 30% entro il 2030
- almeno il 60% entro il 2040
- almeno il 90% entro il 2050
- il regolamento introduce requisiti specifici per misure volte a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 al più tardi.
- l’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che non vi sia alcuna perdita netta negli spazi verdi urbani e nella copertura delle chiome degli alberi fino alla fine del 2030.
- gli Stati membri metteranno in atto misure volte a ripristinare le torbiere drenate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello dell’UE.
- trasformare almeno 25.000 km di fiumi in fiumi a corso libero entro il 2030, gli Stati membri adotteranno misure per rimuovere le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.