Giulia Innocenzi: “Sono vegetariana e indago sugli allevamenti”
Dopo la puntata di Announo sugli allevamenti intensivi, Giulia Innocenzi continua la sua indagine sul mondo della carne “L’Italia non è un’eccellenza, anzi”
La puntata di Announo su La7 dedicata agli allevamenti intensivi è stata la più vista della stagione e il servizio sul macello degli orrori di Ghedi in provincia di Brescia ha totalizzato oltre 500 mila visite, ma non è solo per questo che Giulia Innocenzi, giornalista e presentatrice tv, vuole continuare ad indagare sull’industria della carne. E’ vegetariana ed il suo percorso è iniziato, come per molti, dopo aver letto “Se niente importa” di Safran Foer.
“La prima cosa che ho fatto – racconta ai microfoni di Vegolosi.it – è smettere subito di mangiare pollo. Dopo aver letto il libro non potevo più nemmeno immaginare di metterlo di nuovo in tavola avendo capito quale era la storia della loro esistenza negli allevamenti”. Poi mano a mano Giulia ha abbandonato anche il resto della carne. “In casa sono vegana ma quando sono in giro per lavoro purtroppo la maggior parte delle volte proprio non riesco, perciò cerco di fare il possibile, purtroppo in Italia non è semplice trovare delle alternative se si mangia spesso fuori”. Un problema comune a tutti e nella vita frenetica del giornalista, non sempre è facile trovare una strada.
La puntata di Announo dedicata agli allevamenti intensivi a cui parteciparono sia esponenti del mondo veg che allevatori, è stata seguita da quasi un milione di persone “questo a riprova del fatto – continua la Innocenzi – che le persone sono sempre più interessate a questo tema, la consapevolezza sta crescendo e non è più possibile guardare altrove”.
Portare in televisione questo tema non deve essere stato facile, immagino…
“Devo dire che invece lo è stato, la produzione di Announo è indipendente, e quando ho proposto il tema Michele Santoro ha subito visto la potenzialità giornalistica della questione e così abbiamo iniziato a lavorarci. Sono orgogliosa del lavoro che è stato fatto, il ministro Lorenzin è intervenuta in trasmissione e si è dovuta occupare del tema. Grazie al video su Italcarni siamo riusciti anche a fare aprire una commissione di inchiesta, questo a riprova del fatto che se si toccano argomenti interessanti e importanti le conseguenze pratiche arrivano”
Sulla tua pagina Facebook stai raccontando i passi di un nuovo progetto sempre legato al tema degli allevamenti, cosa ci dobbiamo aspettare?
“Sono al lavoro e fra qualche settimana termineranno le riprese. Ho deciso di realizzare un’inchiesta sul tema degli allevamenti intensivi in Italia, sulla qualità della carne che portiamo in tavola e sulle condizioni degli animali, sui controlli. La situazione non è affatto di eccellenza come si continua a dire. Si pensa sempre agli Stati Uniti quando parliamo di condizioni di vita pessime per gli animali, e l’Italia si è sempre difesa parlando di eccellenza, appunto, e sbandierando il made in Italy: in verità non c’è nessuna eccellenza e lo vedremo bene in questa nuova inchiesta”
E’ difficile parlare di carne e allevamenti in Italia?
“Non è semplice, l’industria della carne è molto potente e, a livello televisivo, ci sono molti grandi investitori che già si dissero un po’ preoccupati anche quando andò in onda Announo, ma questo non è un motivo valido per non cercare i fatti”
Ci sarà una nuova trasmissione, quindi?
“Si, esatto, sarà un lavoro televisivo ma anche online e cartaceo perché da tutto questo materiale voglio trarre un libro. Ne vedremo delle belle”
Ultima domanda, abbiamo parlato di Safran Foer: altro libro che consigli di leggere?
In questo momento sto leggendo “La fame” del giornalista argentino Martín Caparrós. Non parla in modo specifico di alimentazione vegetariana, ma di una situazione globale, di come il cibo sembri non bastare mai anche se sappiamo molto bene, e lui stesso lo conferma, che la produzione di carne non è economicamente sostenibile, basta guardare al tasso di conversione cereali impiegati-carne prodotta. Caparrós non è vegetariano, capisci che viene dall’Argentina e lui stesso ammette di fare fatica a diminuirne il consumo, ma se ne parla lui…”
Intervista di Federica Giordani