Mangiare veg fuori casa, una petizione per chiedere l’intervento della UE
Con uno strumento previsto dalla UE è stata lanciata una raccolta firme per chiedere l’introduzione di alternative vegane ovunque si somministri cibo, anche come azione contro il cambiamento climatico
Come abbiamo raccontato anche nell’ultimo numero di luglio-agosto di Vegolosi MAG, mangiare vegano continua a essere “difficile”. Lo ha certificato anche il Rapporto Eurispes 2023 che, nel calcolare il numero di italiani che seguono un’alimentazione a base 100% vegetale (il 6,6% del totale della popolazione costituita da un 4,2% di vegetariani e da un 2,4% di vegani, pressoché stabile rispetto allo scorso anno), ha indicato tra le principali cause che ostacolano il passaggio all’alimentazione veg proprio la difficoltà a mangiare fuori casa. Secondo il report Eurispes, “la difficoltà maggiore sembra presentarsi quando si mangia durante gli spostamenti in aereo, treno, nave e viaggiando in autostrada (59,7%). Seguono per situazioni di difficoltà: mangiare a cerimonie, feste ed eventi (56%); mangiare al ristorante e al bar (50,7%) e mangiare a mensa durante il lavoro (50%)”.
Un problema che è, evidentemente, condiviso a livello europeo. Tanto che lo scorso aprile è stata lanciata una petizione di Iniziativa dei cittadini europei – uno strumento previsto dalle legislazione UE perché i cittadini possono chiedere all’Europa di legiferare su una serie di questioni – per l’introduzione di un’alternativa vegana nei luoghi nei quali avviene la somministrazione di cibo.
Le petizione UE
Con la raccolta firme (a questo link) si chiede, infatti, “di rendere esplicitamente l’alternativa vegana sempre presente nei luoghi pubblici e privati che vendono alimenti e bevande in Europa. L’iniziativa dei cittadini dell’UE per un’Alternativa vegana – si legge nel documento – è pensata per chi segue questo tipo di alimentazione, per coloro che rispettano il diritto all’alternativa vegana e per intervenire contro i cambiamenti climatici dando più facile accesso ai consumatori dell’UE ad alimenti di origine vegetale nella vita di tutti i giorni. Questa iniziativa dei cittadini europei – scrivono ancora i promotori – chiede l’introduzione per effetto di legge di un’alternativa vegana nella vendita al pubblico di alimenti e bevande in Europa, con l’auspicio che la partecipazione dei cittadini europei porti all’adozione di una normativa UE particolarmente vantaggiosa per il pianeta, ad esempio in termini di attenuazione della crisi climatica, lotta all’estinzione delle specie selvatiche, lotta alla deforestazione, miglioramento dell’uso del suolo, salvaguardia delle specie marine, riduzione degli sprechi alimentari e malnutrizione”.
Secondo quanto previsto dal meccanismo europeo della petizione, è necessario 1 milione di firme (al momento la proposta ne ha raccolte poco meno di 2300). Raggiunta questa soglia minima di dichiarazioni di sostegno, che devono provenire da almeno 7 diversi Paesi dell’Unione, chi promuove la raccolta firme può chiedere alla Commissione europea di proporre il relativo atto legislativo e, in caso, di risposta affermativa, si avvia l’iter europeo. Per L’iniziativa dei cittadini europei per un’Alternativa Vegana c’è tempo per raccogliere le firme fino al 5 aprile 2024.