Crisi economica, l’allarme dell’Enpa: famiglie in affanno, aumentano cessioni e abbandoni di animali
Le difficoltà economiche all’origine del 50% delle cessioni di pet: la proposta di abbassamento dell’IVA per aiutare le famiglie e tutelare gli animali
Non solo meno spese e consumi. C’è anche un altro effetto della crisi economica – legata all’inflazione e ai rincari energetici e di materie prime – che inizia a rendersi evidente: quello della cessione (o, nei casi peggiori, dell’abbandono) degli animali da parte delle famiglie in difficoltà economica. A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, è stato l’Enpa che, in occasione della Giornata Mondiale degli Animali celebrata il 4 ottobre, ha dato alcuni numeri: “Dal primo gennaio al 30 settembre sono 17585 i cani ospiti nei nostri rifugi e 39752 i gatti accuditi tra gattili e colonie feline e l’anno deve ancora finire. E purtroppo le adozioni sono in grande calo. Le storie di animali ceduti per motivi economici sono davvero tante. Proprio ieri – ha raccontato la presidente nazionale dell’Ente Protezione Animali, Carla Rocchi – mi mandavano le foto dell’ultimo arrivato, Kobe. Un cucciolo di 5 mesi adottato privatamente: la crisi economica, il costo quotidiano e l’incertezza di come arrivare a fine mese hanno i spinto i proprietari a rivolgersi all’Enpa dopo appena due mesi“.
Un po’ di numeri e una petizione per abbassare l’IVA
“Mantenere un cane in buona salute – ha aggiunto Rocchi – costa circa 120 euro al mese, quando poi subentrano malattie e problemi di salute i costi lievitano notevolmente. Solo dall’inizio di quest’anno Enpa ha aiutato oltre 1000 famiglie in difficoltà attraverso il progetto dedicato Enpa Rete Solidale. Le richieste che arrivano ai nostri ambulatori sociali e alle nostre sezioni sono davvero tante, sintomo che le famiglie che accolgono un animale sono sempre più in affanno. Purtroppo quest’estate abbiamo riscontrato un aumento del 15% delle cessioni di pet alle nostre strutture. Tra le cause principali, c’è proprio il fattore economico che incide quasi per il 50% delle cessioni“.
Da qui, l’iniziativa lanciata da Enpa nelle ultime settimane: una petizione – che ora si può sottoscrivere anche online – per chiedere la riduzione dell’Iva su cibo per animali e spese veterinarie, un provvedimento “non più rimandabile. Chiediamo al Governo italiano – si legge nella raccolta firme – di ridurre l’IVA per pet food e spese veterinarie al 10%. Perché gli animali non sono beni di lusso e le cessioni e gli abbandoni (oltre a essere un reato penale) diventano un costo per gli enti locali, costretti a ricoverarli nei rifugi, pesando così sulla spesa pubblica”.
Non solo motivi economici
Le difficoltà economiche non sono, tuttavia, l’unica motivazione all’origine degli interventi di accoglienza dell’Enpa, che continua a registrare casi di violenza e maltrattamento ai danni degli animali: solamente quest’anno l’ufficio legale dell’Ente ha presentato attraverso il proprio avvocato oltre 230 denunce, più di 50 costituzioni di parte civile, 40 diffide e ottenuto 42 condanne, senza considerare gli innumerevoli decreti penali di condanna applicati. Qualche esempio? “Proprio domenica scorsa, mentre i nostri volontari erano nelle piazze per raccogliere firme e sensibilizzare al tema della tutela, sono arrivate tante segnalazioni. I commissari di Enpa di Santa Croce Camerina – ha raccontato ancora Rocchi – hanno risposto alla richiesta di aiuto per un rottweiler abbandonato in strada usato come bersaglio di freccette che aveva ancora gli aculei conficcati nel corpo. Nel frattempo l’Enpa Val della Torre rispondeva a una chiamata di un cittadino che minacciava di uccidere il proprio cane se la volontaria non fosse andata a penderlo perché aveva morso i mobili della stanza del bimbo. Evidentemente – ha concluso la presidente Enpa – la perdurante crisi di questi ultimi anni ha imbarbarito i comportamenti: non siamo diventati migliori, al contrario i comportamenti nei confronti degli animali indicano che stiamo attraversando un periodo buio nella nostra esperienza umana”.