Sfattoria degli ultimi: arriva l’ordinanza ASL per l’abbattimento degli animali del rifugio
Un centinaio di animali rischiano di essere uccisi con scariche elettriche anche se sani e mantenuti in biosicurezza: l’appello è far sentire il proprio dissenso e “occupare il santuario”.
** Aggiornamenti**
11 agosto 2022: Sfattoria degli ultimi e peste suina: la situazione è in stallo, presentato ricorso al TAR
8 agosto 2022
Gli abbattimenti di animali richiesti a causa della peste suina africana che sta interessando l’Italia potrebbe toccare anche i suini e i cinghiali del rifugio “La Sfattoria degli ultimi” che, territorialmente, rientra nella zona rossa identificata dalle autorità per gli interventi. Dopo appelli e una petizione, lo stesso rifugio ha comunicato sul suo profilo Facebook che l’ordinanza di abbattimento è arrivata nella giornata di lunedì 8 agosto 2022.
Toccherà anche ad altri rifugi?
Anche Massimo Manni, fondatore del rifugio per animali “Capra libera tutti”, anch’esso alle porte di Roma, ha lanciato un appello con una breve diretta Instagram: “Quello che sta succedendo è una follia, quello che vi chiedo è di andare fisicamente al rifugio, chi può, per occuparlo e difendere gli animali; andranno lì e li uccideranno con le scariche elettriche, e siamo in pericolo tutti perché verranno da tutti i santuari e i rifugi, faranno delle stragi: ci sono interessi troppo potenti, quelli degli allevatori. Non devono entrare: mettete i vostri corpi contro le armi dello Stato. Non ci lasciate soli, siamo arrabbiati e spaventati, fate rumore”.
Massimo Vacchetta del Centro Recupero Ricci “La Ninna” in una diretta dell’8 Agosto chiede un intervento diretto e fisico presso la Sfattoria: “Non servono le parole, l’indignazione: dobbiamo fare barricate pacifiche e impedire l’ingresso dell’Asl e della polizia perché ci sarà dato che sanno che il mondo animalista è in subbuglio: non possiamo fare in modo che questo accada, perché domani potremmo già star piangendo centinaia di animali. Avremo tradito queste creature se non interverremo: facciamo vedere l’unione fra le associazioni. Difendiamo questi animali”.
Perché si dovrebbero abbattere gli animali?
La Sfattoria Degli Ultimi é un rifugio per maiali salvati da condizioni di maltrattamento e cinghiali inurbati che avrebbero potuto creare problemi alla comunità e che pertanto sarebbero stati abbattuti secondo i protocolli vigenti. Il santuario si trova nella campagne a nord di Roma e ospita più di cento animali in 5000 metri di giardino e due enormi stalle, in cui vivono liberi.
” Gli animali – spiega il rifugio – sono tutti censiti presso la Asl territoriale di riferimento e tutti microchippati in quanto registrati come animali non DPA (non destinati ad uso alimentare). Nonostante la normativa vigente escluda categoricamente gli animali non DPA dall’abbattimento contro la diffusione della peste suina, la Asl ha deciso di intervenire ugualmente.
LAV spiega: “L’ASL 1 ha disposto l’abbattimento di tutti gli animali, eccetto due, nonostante non siano malati e la struttura abbia ottemperato alle norme sulla biosicurezza, motivando la disposizione con la necessità di mettere un freno alla diffusione della Peste Suina Africana (PSA). Ma gli animali sono detenuti in una zona recintata, nel rispetto delle norme di biosicurezza proprio per evitare il contagio, e sono animali sottratti alla filiera alimentare in cui non rientreranno mai”.
LAV ha già diffidato l’ASL dal procedere con l’abbattimento in quanto “ingiustificato e non necessario”. Rinnoviamo il nostro sostegno che daremo anche con il nostro Ufficio Legale per un immediato ricorso al TAR che a nostro avviso blocca la disposizione. Chiediamo l’intervento del Presidente della Regione Lazio Zingaretti e dell’Assessore regionale D’Amato perché strutture come quella della Sfattoria di Roma sono anche realtà preziose che offrono una seconda opportunità ad animali sequestrati, vittime di maltrattamenti o sfruttamento, e che svolgono quindi una funzione sociale e pubblica, oltre che educativa, di grande valore. Realtà che si fanno carico di spese che altrimenti dovrebbero essere sostenute dalle Amministrazioni pubbliche.
“Il diffondersi, assai limitato, della peste suina africana, una malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, non si trasmette all’uomo e dunque non sussiste alcun pericolo per la salute umana“, osserva anche il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Ci chiediamo dunque perché l’Azienda sanitaria abbia preso questa tragica decisione. E, se necessario, lo chiederemo anche nelle Aule giudiziarie”.
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