Turci, Pascale, il mistero del menu vegano e la figuraccia dei media (come al solito)
La cantante Paola Turci e la ex politica napoletana Francesca Pascale hanno deciso di unire i loro percorsi di vita con il rito dell’unione civile qualche giorno fa. Fino a qui nulla di strano, anzi. Le due non avevano mai né negato né confermato una loro relazione, che è stata chiaramente confermata con gioia da questo evento – dedicato a pochi intimi ma in ogni caso riportato dalla stampa italiana; Pascale, infatti, è nota per essere stata per 10 anni la compagna di Silvio Berlusconi, mentre Paola Turci è una nota cantantautrice italiana dalla voce graffiante e originale. Ma sui media italiani è circolata con insistenza anche la notizia di un menu vegano durante la festa di celebrazione dell’unione che avrebbe avuto lo scopo di “accontentare la scelta personale delle due donne”. Ma è stato davvero così?
Il menu… incredibile
Fra le indiscrezioni nate subito dopo le nozze – alle quali non ha partecipato nessun “vip” – ecco quella di un fantomatico menu vegano che viene probabilmente pubblicato per primo dal quotidiano “Open” e poi rilanciato in modo immediato da altre testate nazionali come Corriere e Repubblica. Ecco cosa leggiamo nell’articolo: “Il menù rigorosamente vegano, in linea con la scelta alimentare di entrambe, con cera d’api, uva spina erbette spontanee perle di tapioca, kelp cotto in aronia, finocchietto, sambuco e yuzu. La torta e i dolci a base di fragole, mirtilli e crema”. Repubblica, qualche ora dopo, rincara la dose con un elenco ancora più fantasioso che include anche “Licheni, abete rosso e sciroppo di betulla”. Il problema (anzi “i problemi”) sono tanti in questo elenco: non solo a voler vedere bene la cera d’api non è vegana, ma in più non è esattamente un alimento; in seconda battuta tutto questo elenco sembra spuntato fuori da una pagina di un erbario di un romanzo fantasy. La domanda, quindi è: da dove arriva questo elenco? E possibile che nessuno dei giornalisti si sia fatto una domanda a riguardo del contenuto quanto meno bizzarro di questo presunto menu? Davvero si può credere che questo sia un menu vegano?
A quanto pare era troppa la tentazione di ricamare su una scelta alimentare vegana completamente inventata delle due compagne che in realtà non è confermata da nessuna parte, anzi. Turci in un’intervista del 2018 con Fiorello, durante una trasmissione radiofonica, dice: “No, io sono il contrario di vegana proprio, solo carne bianca… ma non per cattiveria…” riferendosi, come per scusarsi, alla scelta del maestro Cremonesi (lui sì vegano, come ha spiegato anche a noi) presente come sempre durante la trasmissione “Il rosario della sera”.
Pregiudizio e pericolo
Ancora una volta, quindi, quello a cui assistiamo è un’ignoranza profondissima della stampa italiana su un tema molto semplice; notiamo la volontà di presentare questa scelta alimentare come qualcosa di bizzarro, strambo e legato ad ingredienti sostanzialmente “non classici”. Nel frattempo la giornalista Selvaggi Lucarelli ha spiegato in un tweet che la notizia era inventata e che anzi, al matrimonio è stato servito pesce:
Per giorni discussioni su questo menù al matrimonio Pascale con licheni e cera d’api riportato da Repubblica e poi era completamente inventato. Ed era inventato (da altri giornali) pure che fosse vegano. Hanno servito: Paccheri all’aragosta. Frittura di pesce. Branzino Torta. pic.twitter.com/4erhbQP1O3
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) July 3, 2022
Come possiamo pensare, quindi, che qualora ci sia una notizia “vera” sul tema dell’alimentazione a base vegetale, la stampa nazionale la possa dare in modo corretto e imparziale? Come fidarci di giornali che non ritrattano nemmeno la notizia del menu di un matrimonio – un errore può chiaramente capitare – una volta che viene chiarito che è falsa? Come non rendersi conto, facendo i giornalisti, che quell’elenco era una follia e che non poteva avere nessun valore?
A chi si è impressionato per i muschi e licheni, in più, vogliamo rassicurarvi: i vegani mangiano la pastasciutta, le polpette, torte, muffin, lasagne e tanto altro, ma niente perle di tapioca (o almeno… non solo).