Rapporto Coop 2021: boom della carne vegetale e più attenzione alla sostenibilità
Anche se i consumi della carne non diminuiscono, crescono quelli delle alternative vegetali confezionate e che imitano la carne: a muovere il mercato sono “reducetariani” e “climatariani”
È stato pubblicato il Rapporto Coop, quest’anno ancora più interessante perché fotografia dell’Italia reduce dallo scontro frontale e durissimo con la pandemia di Covid-19. Il dato preponderante e quello sul quale è stata posta l’attenzione nell’analisi su un campione di 1.500 italiani over 18 (18-75 anni) e altri 1000 opinion leader, è il tema della crisi climatica e delle sue conseguenze, nonché sulle scelte d’acquisto e della ripresa economica post Covid-19.
Sono 1milione e 500 mila i vegani
Il dato delle persone che decidono di mangiare vegano in Italia è in leggera crescita ma sostanzialmente stabile, notizia non da poco perché significa che una scelta così poco “compresa” anche a livello sociale viene mantenuta saldamente e non abbandonata nel corso degli anni. Interessante anche la crescita della popolazione reducetariana ossia persone che non si riconoscono in una categoria specifica ma che hanno deciso di diminuire il proprio consumo di proteine animali sostituendole con alternative vegetali. Anche i “climatariani” fanno il loro ingresso nell’analisi Coop, ossia coloro in quali adeguano le proprie scelte di acquisto al fine di garantire una maggiore sostenibilità ambientale.
Come? L’ambiente diventa riferimento di molti italiani; l’88% associa al cibo il concetto di sostenibilità (dato per nulla scontato e che potrebbe essere frutto delle molte riflessioni nate durante la pandemia sul tema della correlazione fra cibo, sfruttamento delle risorse e circolazione dei virus) che significa per il 33% avere un metodo di produzione rispettoso, per un altro 33% attenzione agli imballaggi, per il 21% è sinonimo di origine e filiera e per il 9% di responsabilità etica. Il tema della responsabilità etica, come tutti gli anni si attesta a percentuali minoritarie. Secondo l’analisi il 13% sta riducendo il consumo di carne, si preferiscono prodotti locali e di stagione, i prodotti 100% vegetali o vegetariani sono consumati anche da chi cerca solo una alternativa proteica alla carne e raddoppiano le vendite di proposte vegane di nuova generazione (le bevande, le besciamelle, i piatti pronti).
Carne “finta”: il boom
Molto interessante il dato che mette in luce, fra i prodotti vegetariani e vegani della grande distribuzione, la crescita degli acquisti delle alternative veg che imitano la carne. Se il dato della “ricerca delle proteine” da parte degli italiani mette sempre al primo posto la carne con un +28% sugli acquisti al supermercato, subito sotto troviamo con un +24% i sostituti proteici vegetali alternativi che distaccano anche il pesce che segue con il 19%.
Burger, filetti, nuggets che imitano la carne sembrano andare per la maggiore e sono il comparto che cresce di più. Il dato ci porta ad una riflessione: sono molte le persone che affiancano le proteine animali a quelle vegetali, creando una sorta di ping pong settimanale fra le due opzioni. Le nuove proposte, sempre più pensate per il palato onnivoro, funzionano e spostano gli acquisti e le abitudini alimentari.
Il mercato veg vale sempre di più
Il valore del marcato vegan e vegetariano sale. Nel primo semestre del 2021, secondo le analisi Coop, è arrivato a valere 312 milioni di euro contro i 248 milioni del primo semestre del 2019. Un mercato in crescita significa nuovi investimenti anche da parte delle grandi realtà e, in generale, una maggiore attenzione al segmento che, a catena, porta più opzioni non solo nei supermercati ma anche nei ristoranti, nei bari e nei luoghi pubblici. Se le persone sono sempre più attente alla sostenibilità di quello che consumano, il mondo dell’offerta deve adeguarsi.