Greenpeace: “Non serve boicottare Nutella”
Dopo che Ségolène Royal ha sparato a zero sulla Nutella, per poi ritrattare, dopo che il nostro Ministro dell’Ambiente ha invitato tutti ad una cena con pane e crema alle nocciole, dopo che la nostra prima donna della politica, la moglie del Premier Matteo Renzi, Agnese, ha portato la figlia a far colazione con una bella crepés a base di cioccolato spalmab ile italiano, ecco che anche Greenpeace sorprende tutti e difende Ferrero e il suo impegno per migliorare la qualità della produzione di olio di palma per i suoi prodotti. Sulla pagine della rivista online Quartz.com leggiamo “Nutella sembra aver fatto seri progressi nel ripulire la sua catena di approvvigionamento di olio di palma, non servirà boicottarla per risolvere i problemi di produzione”.
Ma come mai Greenpeace interviene “in difesa” di Ferrero? L’azienda italiana e Greenpeace fanno parte del POIG, The Palm Oil Innovation Group, un gruppo di organizzazioni non governative nato nel novembre del 2013 che mette insieme aziende riconosciute come leader per le innovazioni nelle questioni socio-ambientali. Questo gruppo, formato attualmente da una ventina di soggetti, lavora anche insieme alla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) associazione no-profit che ha come obiettivo quello di trasformare il mercato dell’olio di palma rendendolo totalmente sostenibile.
Insomma, in sintesi, secondo Greenpeace boicottare Nutella e le aziende che si stanno mettendo sulla buona strada è un errore perché, si legge sempre nell’articolo dalle dichiarazioni dell’associazione ambientalista: “Riteniamo che Ferrero sia una delle aziende più all’avanguardia sul tema dell’utilizzo di olio di palma come risorsa sostenibile”.