“Scimpanzé con diritti umani”: sentenza storica a New York
Per la prima volta nella storia della legislazione americana, un giudice ha decretato che due scimpanzé sono coperti dall’ habeas corpus, un principio giuridico fondamentale riconosciuto solo alle persone e che consente a queste di contestare la validità della loro detenzione. La Corte ha quindi stabilito implicitamente che i due animali in questione sono “persone”.
La sentenza, firmata dal giudice della Corte Suprema Barbara Jaffe, arriva dopo due anni di battaglie legali da parte dell’associazione Nonhuman Rights Project.
Gli scimpanzé, Ercole e Leo, si trovano presso la Stony Brook University di Long Island, insieme ad altri due animali di proprietà privata, per fini legati alla ricerca scientifica. L’associazione ha condotto la sua battaglia sostenendo che gli animali erano imprigionati illegalmente e che avrebbero dovuto essere trasferiti presso un santuario (il Save the Chimps, un santuario a Ft. Pierce, Florida) dedicato al recupero di animali prestati alla ricerca. Prima di arrivare alla sentenza di appello del giudice Jaffe, la Nonhuman Rights Project, aveva affrontato già tre sentenze negative, ma ecco arrivare quelle che determina per gli scimpanzé ciò che equivale a diritti umani fondamentali.
“Abbiamo le prove scientifiche – ha dichiarato Natalie Prosin, direttore esecutivo dell’associazione – per dimostrare in un tribunale che gli elefanti, le grandi scimmie, e le balene e delfini sono esseri autonomi e meritano il diritto all’integrità fisica della libertà”. In realtà la sentenza non significa libertà per le scimmie: l’udienza è fissata il 6 Maggio e dovranno comparire sia i rappresentati della Nonhuman Rights Project, sia quelli dell’università. Sta di fatto, come ha sottolineato la Prosin, che il gruppo intende utilizzare la sentenza del giudice in casi futuri, perché “La sentenza rafforza la nostra tesi: questi animali non umani non sono delle proprietà”.