Pietro Leeman Identità Golose 2015: “Scegliete, non mangiate in modo indotto”
L’energia del cibo è stata al centro dell’intervento dello chef Pietro Leeman che quest’anno ha aperto l’edizione 2015 di Identità Golose a Milano. Lo chef stellato, fondatore e capitano del ristorante Joia, accompagnato dalla sua brigata di cucina, ha raccontato al pubblico, numerosissimo, che cosa si intende con “energia del cibo”.
“Quando cuciniamo – ha raccontato – trasferiamo la nostra energia al cibo, e a chi lo mangia; non solo, il cibo stesso ha un’energia che proviene dal modo in cui è stato coltivato e gestito. Immaginate quale energia negativa possa avere, per esempio, la carne di un animale ucciso”. La cucina di Leeman, vegetariana e vegana, ha affascinato il pubblico che ha assistito alla preparazione del panino intitolato “Pane e acqua”: un pane integrale al farro e cereali con pasta madre, servito con una crema di mandorle e foglie di cavolo nero.
“La scelta che facciamo è fondamentale – ha ricordato Leeman – dobbiamo scoprire qual è il cibo migliore per noi, e sceglierlo, non dobbiamo mangiare in modo indotto, così come ci è stato insegnato, perché noi – ha continuato lo chef – scegliamo chi vogliamo essere attraverso il cibo”.
Lo chef è poi passato ad una dimostrazione pratica del concetto di energia: dopo aver portato sul palco dell’acqua raccolta presso la sua casa in Svizzera, ha pregato e recitato dei mantra per dare nuova energia all’acqua, mentre nella sala di espandeva odore di incenso. Alcune persone del pubblico sono state quindi invitate ad assaggiare sia dell’acqua “normale” che quella purificata. Leeman ha anche mostrato una serie di diapositive che mostravano i risultati di alcuni studi sulla forma delle molecole d’acqua dopo essere state a contatto con energie positive e negative.
Un intervento intenso e interessante che, forse, ha però peccato nel raccontare un livello di cucina spirituale non così facile da comprendere per il grande pubblico di una kermesse così varia e che, c’è il rischio, porti ad associare la cucina vegetariana e vegana a qualcosa di “strano” e un po’ “fuori dal mondo” (questi alcuni dei commenti della sala).
Federica Giordani