Vegolosi

Un sacco di patate: quanto basta per l’orticello

Ci sono molti modi di essere un agricoltore, non sempre è necessario avere una cascina, un terreno o un terrazzo, spesso un balcone anche piccolo è sufficiente. Con un piccolo spazio all’aperto si possono coltivare con successo una quantità di patate che potrebbe soddisfare il vostro consumo per un intero anno.

La patata è un tubero molto produttivo, in media da un chilogrammo di patate se ne ottengono 10 kg e a volte anche di più, quindi piantandone 3-4 kg avreste circa 40 kg di patate che normalmente sono sufficienti per il consumo familiare di un anno. Per avere questa alta resa la patata in un campo necessita di essere rincalzata. Con questo termine si intende che, una volta che la pianta è germinata va coperta con la terra il basamento della pianta, così facendo questa produrrà più tuberi. Tutto questo in un piccolo balcone non sarebbe possibile perchè il vaso dovrebbe essere molto grande e profondo.

La soluzione ideale è coltivarle in un sacco di iuta. Questi sacchi si possono comprare nei garden ma se non volete pagarli una fortuna basta comprare un sacco di patate da mangiare e utilizzare lo stesso sacco per la coltivazione della stagione successiva.

Procedimento
Si inserisce nel sacco terriccio, possibilmente biologico visto che non è per fiori ma per il vostro cibo, per un’altezza di circa 30 cm. Sotto questo terriccio metterete il vostro tubero, in un sacco di medie dimensioni ci possono stare dalle 2 alle 4 patate, calcolate di lasciare circa 30 – 40 cm di distanza da una all’altra. Piuttosto di metterne troppe fate più sacchetti, ne guadagnerà la produzione. La patata va interrata per circa 5 cm. In un balcone non serve pacciamare con la paglia, le erbe infestanti saranno poche e potrete toglierle tranquillamente a mano.

Quando la pianta sarà alta circa 30 cm sarà ora di aggiungere terriccio nel sacco in modo tale da far si che la pianta si sviluppi in altezza e produca più tuberi. Fate in modo che l’aggiunta copra la pianta alla base lasciando fuori sempre un 20 – 25 cm di pianta con le sue foglie. Nel giro di 3 –  4 mesi il sacco sarà stato riempito fino quasi all’orlo e verso luglio la pianta comincerà a seccarsi. A questo punto svuotate il sacco e avrete moltissime patate pronte per essere consumate.

I nemici della patata
I nemici numero uno della patata sono le Dorifore, sono piccoli scarabei di color arancio con strisce nere che mangiano voracemente tutte le foglie insieme alle loro larve, simili a bruchi più tozzi sempre di color arancio. In una coltivazione intensiva si usano sostanze chimiche o sostanze biologiche fatte di solito con macerati di felce, pacciamature di nasturzio, fave, rafano o cavolo o la consociazione con fiori di talete o calendula. Ma nel vostro sacco sarà sufficiente che passiate ogni giorno a fare un giro e togliate a mano, se ne vedete gli ospiti indesiderati.

Altri problemi che possono sorgere sono la comparsa degli afidi, di solito la patata si difende bene da questi parassiti, se ne viene colpita è perchè la posizione non è ottimale. Ricordo un sacco che provai coltivare in un balcone chiuso, evidentemente troppo umido o troppo caldo per le necessità della patata, che buttai via in giardino perché la pianta era coperta di afidi, a nulla era valso spruzzarla con macerati e prodotti bio comprati in consorzio. Decisi così di buttarla fuori casa, avrei atteso la morte della pianta e poi vuotato il sacco. Sorprendentemente come fu messa all’aperto non morì ma anzi in pochi giorni tutti gli afidi erano scomparsi e la pianta godeva di ottima salute, la lasciai li e continuai solo a bagnarla e a fine estate ebbi il mio raccolto ormai dato per perso.

Acqua
Le patate soffrono la siccità e quindi il terriccio va tenuto sempre umido, ma senza ristagli, cosa peraltro difficile in un sacco di iuta. Controllate sopratutto sul fondo  che non si formino muffe, meglio  sarebbe appoggiare il sacco su un rialzo che permetta l’areazione anche sotto, ad esempio un piccolo bancale o una cassetta della frutta solida. Ultima raccomandazione, la patata è una solanacea; il suo nome deriva dal fatto che nelle sue foglie e frutti “non il tubero ma i frutti simili a pomodori che spuntano dalla pianta” è presente la solanina, sostanza tossica per l’uomo. Questa sostanza può manifestarsi anche nel tubero se questo è esposto alla luce. Se raccogliendo le patate ne trovate alcune verdi, non mangiatele e buttatele via.

Se avete poi molta pazienza potete raccoglierne i frutti, estrarne i semi e creare una vostra banca di semi, sempre che la specie da voi coltivata non sia un ibrido e come tale sterile, ma visto l’argomento un po’ complicato rimando questa parte ad un prossimo articolo.